L'Accademia ceca propone una nuova struttura per il CER
In tre distinti documenti riguardanti il proposto Consiglio europeo della ricerca (CER), la semplificazione e gli investimenti per la conoscenza, l'Accademia delle scienze ceca delinea la sua visione della ricerca europea a partire dal 2007. Nel primo documento, riguardante il CER, l'Accademia sottolinea i molti aspetti positivi dell'istituzione di un ente simile, ma propone una struttura alternativa a quella prospettata dalla Commissione. Secondo la proposta della Commissione, il CER dovrebbe comprendere un Consiglio scientifico (già istituito) e un'agenzia esecutiva,mentre la Commissione stessa avrebbe un ruolo di controllo e comunicazione tra i due suddetti organi. L'Accademia ceca raccomanda invece una struttura composta da un consiglio direttivo che sia chiamato a rispondere a un consiglio di gestione, come proposto da organizzazioni quali il Comitato consultivo europeo della ricerca (EURAB) ed EUROHORCS. Nel documento ceco si sostiene infatti che, nonostante la Commissione intenda dare al Consiglio scientifico una maggiore influenza sull'agenzia esecutiva, secondo la sua proposta ciò non sarebbe possibile a norma dei regolamenti che limitano l'autonomia di un consiglio direttivo. L'Accademia propone invece di istituire il CER nell'ambito dell'articolo 171 del trattato, come proposto dall'europarlamentare Pia Locatelli nel 2005. L'Accademia ceca auspica inoltre di vedere gli strumenti di finanziamento del CER acquisire nel tempo una maggiore flessibilità. Il documento plaude al fatto che il CER, una volta istituito, accorderà finanziamenti unicamente in base all'eccellenza scientifica, ma invita a sviluppare in un secondo tempo ulteriori strumenti, nonché la libertà che permetta di conseguire la suddetta flessibilità. In materia di semplificazione, l'Accademia ceca richiede una procedura più diretta per la presentazione delle proposte, che comprenda un "esame preliminare" di ogni candidatura, e l'estensione della procedura di presentazione in due fasi. Il documento esprime tuttavia preoccupazione riguardo alle forme semplificate di sovvenzione proposte dalla Commissione che potrebbero stanziare finanziamenti insufficienti per taluni progetti, in particolare nella Repubblica ceca, dove l'imposta sul valore aggiunto (IVA) pagata sui beni scientifici non può essere rimborsata. L'ultimo documento redatto dall'Accademia delle scienze ceca e pubblicato sul servizio "Verso il 7PQ" di CORDIS replica a un documento elaborato da All European Academies (ALLEA) sugli investimenti per la conoscenza in Europa. Il documento ceco plaude a molti dei punti proposti da ALLEA, inclusi quelli riguardanti il sostegno alla ricerca interdisciplinare e alle infrastrutture su larga scala, la fissazione di un termine per la risoluzione della questione dei brevetti della Comunità europea e una più specifica definizione di Progetti integrati e Reti di eccellenza. Inoltre, l'Accademia ceca invita a rafforzare la cooperazione internazionale nelle attività di ricerca attraverso la semplificazione della legislazione e la rimozione delle barriere che limitano la mobilità dei ricercatori provenienti dai paesi non UE. Sarebbe inoltre utile aprire il programma "Marie Curie" per la mobilità dei ricercatori ai candidati non UE, afferma il documento. Il documento si conclude con l'invito a una maggiore sinergia tra le politiche di competitività e di convergenza. L'Accademia ceca gradirebbe vedere determinati strumenti, quali ad esempio i Fondi strutturali, utilizzati in combinazione con il Settimo programma quadro (7PQ).