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Conferenza prende in considerazione misure per aumentare il finanziamento filantropico della R&S

Durante una conferenza, tenutasi a Bruxelles, è stato indicato che il contributo di fondazioni filantropiche e di altre organizzazioni senza scopo di lucro al finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S) in Europa potrebbe aumentare in misura rilevante grazie alla condivisione...

Durante una conferenza, tenutasi a Bruxelles, è stato indicato che il contributo di fondazioni filantropiche e di altre organizzazioni senza scopo di lucro al finanziamento della ricerca e sviluppo (R&S) in Europa potrebbe aumentare in misura rilevante grazie alla condivisione delle esperienze e alla collaborazione a livello europeo. A differenza degli Stati Uniti, in cui nel 2003 il settore no-profit ha inciso per quasi 13 miliardi di euro (ovvero 4,5 per cento) sull'investimento complessivo nella R&S, in Europa il contributo delle fondazioni al finanziamento della ricerca resta modesto. Il Regno Unito è un'eccezione degna di nota, dove la cultura delle donazioni è ben sviluppata e organizzazioni quali Welcome Trust e Cancer Research UK investono importanti somme di denaro. Per affrontare tale questione spesso trascurata, la Commissione ha istituito un gruppo di esperti per la stesura di una relazione su "The role of foundations and the non-profit sector in boosting R&D investment" (Il ruolo delle fondazioni e del settore delle organizzazioni senza scopo di lucro nell'incremento degli investimenti nella R&S), pubblicata nel settembre 2005. In seguito alla relazione, il 27 e 28 marzo scorsi a Bruxelles si è svolta una conferenza dal titolo "Giving more for research in Europe" (Dare di più per la ricerca in Europa), al fine di considerare le raccomandazioni contenute nel documento e definire le iniziative necessarie da adottare per migliorare la situazione. Il discorso di apertura della conferenza è stato pronunciato dal commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik il quale ha sottolineato che, mentre in Europa il contributo economico delle fondazioni al settore della R&S resta limitato, alcuni governi dell'Unione europea hanno avviato iniziative di successo ed elaborato misure legislative per affrontare tale realtà. "Queste iniziative meritano di essere più ampiamente conosciute, dal momento che offrono agli altri paesi utili esempi da seguire", ha affermato. Questa la ragione per cui il commissario appoggia una delle principali raccomandazioni della relazione del gruppo di esperti: la creazione di un forum europeo delle fondazioni di ricerca. Secondo gli autori, il forum fornirà "un meccanismo permanente a livello europeo per lo scambio di esperienze, l'esame delle migliori prassi, e la promozione di sinergie e collaborazione". La proposta è stata ampiamente sostenuta dai partecipanti alla conferenza, che rappresentavano fondazioni, università, istituti di ricerca, società e autorità pubbliche di tutta Europa. Il dottor Wilhelm Krull, vicepresidente dello European Foundation Centre (EFC), che ha coadiuvato l�organizzazione della manifestazione, ha ammesso che le fondazioni sono un "insieme eterogeneo", sottolineando tuttavia al contempo che hanno anche molto in comune. "Le opportunità per un apprendimento reciproco ci sono, e accoglieremo con favore la creazione di un simile forum europeo". Altri oratori hanno sottolineato l'importanza di un lavoro congiunto delle fondazioni a livello transnazionale, che consenta di beneficiare delle sinergie, delle economie di scala e della maggiore visibilità che tale collaborazione creerà. È il caso in particolare delle organizzazioni no-profit che operano in aree già non finanziate in modo adeguato. Le discussioni hanno anche messo in luce una serie di fattori chiave, a livello delle singole organizzazioni, necessari per aumentare i fondi disponibili per la R&S. Trasparenza e responsabilità sono cruciali se le fondazioni vogliono conquistare la fiducia dei donatori, hanno concordato i partecipanti, e l'idea di definire un codice di condotta europeo per le fondazioni ha avuto diversi sostenitori. Robin Stephenson della Health Foundation del Regno Unito ritiene che un codice di condotta non soltanto placherebbe le paure sul possibile uso illecito delle donazioni per il terrorismo, ad esempio, ma migliorerebbe anche nel complesso l'approccio e la risposta delle fondazioni. "La grande maggioranza delle fondazioni è legittima e agisce in modo assolutamente rispettabile, i codici andrebbero pertanto considerati come un rafforzamento del vantaggio generale del settore", ha affermato. Un altro delegato ha evidenziato il fatto che le organizzazioni che raccolgono i maggiori successi nel generare reddito beneficiano di strategie di raccolta di fondi precise e a lungo termine, nonché di gruppi di professionisti che gestiscono le principali aree delle loro attività. In quasi tutti i casi, i delegati concordano sul fatto che il miglior approccio delle fondazioni consista nell'avere una chiara dichiarazione d'intenti e nell'evidenziare al grande pubblico i benefici delle proprie attività, adattando al contempo l'approccio alle condizioni e alla cultura locali. Occorre allo stesso tempo affrontare alcuni fattori esterni che influenzano il lavoro delle fondazioni. Durante la conferenza l'aspetto maggiormente citato è stato l'ambiente normativo e fiscale in cui operano, mentre i governi sono stati sollecitati a considerare in quale modo potrebbero incoraggiare le donazioni filantropiche. Se è possibile che siano necessarie proposte legislative, vi sono anche misure "dolci" che le autorità pubbliche possono prendere in considerazione, come i regimi di fondi armonizzati. "In molti casi spesso è più facile istituire un regime di fondi armonizzati che non nuovi incentivi fiscali", ha spiegato Kari Oiseth del ministero norvegese dell'Istruzione e della ricerca, riferendosi alla propria esperienza. Anche la Commissione ha un ruolo fondamentale da svolgere, non da ultimo nel gestire l'attuale mancanza di dati relativi al finanziamento europeo della R&S da parte delle fondazioni. L'Esecutivo dell'Unione europea è stato inoltre invitato a prendere in considerazione l'ipotesi di creare uno statuto europeo delle fondazioni come strumento giuridico per incoraggiare la collaborazione transfrontaliera fra le organizzazioni e le donazioni internazionali di "cittadini pro Europa". Isi Saragossi della DG Ricerca ha sottolineato che la Commissione fungerebbe da catalizzatore, sostenendo che nella maggioranza dei casi le misure non legislative sarebbero preferibili alle norme. Ha tuttavia individuato un ruolo per la Commissione nella creazione di maggiore complementarità delle fondazioni e dei finanziatori pubblici nella spesa per la ricerca. "A meno che le fondazioni non colmino il divario totale dei fondi, in quest'ambito sarà probabilmente più importante accrescere sinergia e collaborazione", ha affermato. Il direttore generale della DG Ricerca, José Manuel Silva Rodríguez, ha chiuso la conferenza sottolineando il fatto che l'appoggio filantropico nel campo della R&S merita di essere preso in seria considerazione come fonte di investimento nella conoscenza. "È importante sapere che le fondazioni sono padrone del proprio futuro, ad esempio per l'approccio strategico da adottare verso la R&S. In Europa esiste una straordinaria varietà di operazioni filantropiche, la quale rappresenta una forza da mantenere, ma occorre anche cercare di favorire sinergie e condivisione della conoscenza attraverso la collaborazione", ha concluso.

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