PAMELA rivela i segreti dell'antimateria e della materia oscura
PAMELA (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics) è stato lanciato la mattina del 15 giugno dalla base di Baikonur (Kazakstan). Il satellite, che è il frutto di una collaborazione finanziata dall'UE tra astrofisici italiani, russi, svedesi e tedeschi, consentirà di demistificare alcune materie oscure dell'universo: l'antimateria e la materia oscura. Il progetto è importante perché aiuterà a gettare luce su due dei problemi misteriosi e universali dell'astrofisica moderna: che cos'è la materia oscura e qual è stato il destino dell'antimateria. I fisici ritengono che solo il cinque per cento dell'universo sia costituito dalla stessa materia che osserviamo sulla terra. Il 70 per cento è composto di "energia oscura" e il restante 25 per cento di "materia oscura". Non è una coincidenza che le due sostanze siano definite come "oscure" dal momento che non sappiamo che cosa siano. Mentre l'energia oscura è omogenea e onnipresente, ma invisibile, la materia oscura è formata da particelle che si discostano notevolmente dalle particelle che costituiscono il mondo che ci circonda. L'antimateria è rara nel nostro universo, ma i fisici ribadiscono che poco dopo il big bang la quantità di antimateria e di materia era equivalente. Che cosa ne è successo? PAMELA misurerà i raggi cosmici con una precisione straordinaria. I raggi cosmici consentiranno di aprire una finestra sul passato e forniranno risposte a questi interrogativi persistenti. Il satellite studierà i raggi per mezzo di un grande elettromagnete collegato a diversi rivelatori in grado di individuare le particelle che costituiscono i raggi cosmici, le loro traiettorie e la loro energia. La missione è doppiamente importante perché collocherà la rete di ricettori al di fuori dell'atmosfera terrestre, dove interagiranno i raggi cosmici. In precedenza gli unici metodi per studiare dettagliatamente i raggi cosmici erano costituiti dai palloni lanciati ad elevate altitudini e da brevi esperimenti eseguiti a bordo della sonda spaziale. "Al momento Pamela è lo strumento più avanzato in questo settore dell'astrofisica. Quando Pamela entrerà in orbita, inizierà la seconda fase più sorprendente della sua avventura scientifica con l'obiettivo di svelare alcuni dei misteri più intriganti e complessi dell'universo", dichiara Piergiorgio Picozza, direttore della sezione INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare) dell'Università di Tor Vergata, che ha coordinato la collaborazione italiana e internazionale della ricerca.
Paesi
Germania, Italia, Russia, Svezia