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I candidati alla presidenza francese corteggiano i ricercatori

Due dei candidati alla presidenza francese hanno indicato nella valorizzazione della ricerca la principale priorità di cui terranno conto se saranno eletti, secondo quanto riportato dal quotidiano francese «Le Monde». In una rubrica pubblicata nell'edizione di dicembre della...

Due dei candidati alla presidenza francese hanno indicato nella valorizzazione della ricerca la principale priorità di cui terranno conto se saranno eletti, secondo quanto riportato dal quotidiano francese «Le Monde». In una rubrica pubblicata nell'edizione di dicembre della rivista francese «La Recherche», il candidato del centrodestra Nicolas Sarkozy ha dichiarato che, se eletto, si impegnerà per fare aumentare la spesa complessiva destinata alla ricerca e allo sviluppo (R&S), sia del settore pubblico che privato, di 15 Mrd EUR nei prossimi sei anni. Da parte sua, il governo francese apporterà ulteriori 4 Mrd EUR, pari ad un incremento del 25%, all'attuale bilancio destinato alla R&S, ha aggiunto. «Non è una promessa, è una necessità. Altrimenti perderemo la battaglia dell'intelligenza», ha dichiarato Sarkozy il 18 gennaio ad un pubblico di studenti dell'Università di Parigi, osservando che il denaro dovrebbe servire a finanziare progetti anziché infrastrutture. Ha invitato gli studenti a salire sulla «locomotiva dell'eccellenza scientifica» per aiutare la Francia a recuperare il ritardo accumulato nel campo della ricerca mondiale. Sarkozy ha anche fatto riferimento alla necessità di analizzare la struttura organizzativa della ricerca. «Non è solo una questione finanziaria, vi sono anche problemi organizzativi». Ha parlato dell�esigenza di una maggiore autonomia delle università, della riforma del sistema delle borse di studio e della costruzione di campus universitari «degni di questo nome». Nel frattempo, in una rubrica che sarà pubblicata nell'edizione di febbraio di «La Recherche», la candidata presidenziale socialista Ségolène Royal ha espresso il proprio punto di vista sul futuro della ricerca in Francia. Se eletta, Royal si adopererà per aumentare del 10% la spesa pubblica annuale destinata alla ricerca. Gli investimenti nella R&S sono diminuiti in Francia a partire dal 2002, nonostante l'impegno del paese di rispettare l'obiettivo di Barcellona di portare la R&S al 3% del PIL entro il 2010, ha osservato la candidata socialista. Infatti, secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, nel 2005 la Francia ha speso il 2,13% del PIL per la R&S, rispetto al 2,20% nel 2001. Di conseguenza, numerosi giovani ricercatori si dirigono oltreoceano per trovare lavoro, una realtà, questa, che Ségolène Royal giudica deplorevole. La candidata socialista ha anche dichiarato di volere mobilitare le regioni francesi e l'Europa sulla priorità scientifica della ricerca, ed incoraggiare gli investimenti nella ricerca privata attraverso agevolazioni finanziarie correttamente valutate. Ha inoltre sottolineato la necessità di una solida struttura universitaria. «Una ricerca forte ha bisogno di università forti che rispettino le norme internazionali e siano in grado di cooperare in rete e di offrire agli studenti di dottorato un vero e proprio status», ha dichiarato. Gli scienziati e i ricercatori, tuttavia, non si accontenteranno di sola retorica. Per quanto riguarda le proposte di Sarkozy, «è una manipolazione di parole e di numeri», ha dichiarato Henri Audier, del sindacato nazionale francese per la ricerca scientifica (SNCS), a LCI, canale televisivo francese. Ha osservato che valeva la pena ricordare che il candidato presidenziale del centrodestra era stato ministro delle Finanze dal 2002 al 2004, periodo che Audier ha descritto come gli «anni più bui» per la ricerca francese. Per quanto riguarda le promesse di Ségolène Royal, pur sembrando «più o meno coerenti», Audier ha dichiarato che preferiva leggere il programma della candidata socialista nei dettagli prima di esprimere qualsiasi giudizio.

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