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Potocnik sugli strumenti in materia di competitività: stesso obiettivo, diversa prospettiva

Le piattaforme tecnologiche europee (PTE), le iniziative tecnologiche comuni (ITC) e le iniziative dei mercati guida sono strumenti diversi, ma tutti intesi al raggiungimento dello stesso obiettivo: favorire l'innovatività e la competitività in Europa, ha spiegato il 16 marzo ...

Le piattaforme tecnologiche europee (PTE), le iniziative tecnologiche comuni (ITC) e le iniziative dei mercati guida sono strumenti diversi, ma tutti intesi al raggiungimento dello stesso obiettivo: favorire l'innovatività e la competitività in Europa, ha spiegato il 16 marzo il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik. Partecipando ad una discussione nel corso dell'European Business Summit a Bruxelles, Potocnik ha risposto alle domande postegli da operatori industriali in merito agli strumenti che la Commissione ritiene possano imprimere impulso all'innovazione. L'idea iniziale alla base delle PTE era definire priorità di ricerca in tempo, prima dell'elaborazione delle proposte per il Settimo programma quadro (7PQ), ha dichiarato il commissario. Ma adesso «vivono di luce propria», ha proseguito. «Ce ne siamo avvalsi molto più di quanto previsto in origine. Le abbiamo usate ai fini dell'elaborazione del 7PQ, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto della cooperazione, ma anche ai fini della progettazione delle iniziative tecnologiche comuni, che sono partenariati fra settore pubblico e privato», ha dichiarato Potocnik. Le PTE si sono occupate dell'innovazione dal punto di vista dell'offerta e la Commissione si augura che le iniziative dei mercati guida facciano altrettanto sul versante della domanda. Si potrebbero sviluppare mercati guida attraverso appalti pubblici, regolamentazioni, norme o proprietà intellettuale», ha spiegato il commissario. «Non è tanto un problema di finanziamento, quanto di creazione dell'ambiente adatto, dove le condizioni siano prevedibili e favorevoli», ha puntualizzato. Alla domanda sull'eventualità che il numero di iniziative possa confondere le parti interessate, Potocnik ha risposto sottolineando che tutti gli strumenti sono e continueranno ad essere interconnessi. Ha inoltre evidenziato che ciascuno strumento concerne la stessa questione, ma da una prospettiva diversa. Gli altri partecipanti al gruppo di Potocnik erano tutti sostenitori delle PTE e ne facevano parte in prima persona. I pareri sulle iniziative dei mercati guida erano divergenti, ma tutti avevano una propria idea su cosa sia necessario in Europa per rafforzare la competitività e su come la Commissione europea potrebbe contribuire in tal senso. Jozef Cornu, presidente del raggruppamento EUREKA MEDEA+, un programma di cooperazione per la ricerca in materia di microelettronica, ha messo in guardia dal tentativo di creare mercati guida esclusivamente attraverso gli investimenti, sottolineando che in alcuni settori l'Europa spende molto denaro, ma non detiene un ruolo di primo piano. Spesso, i mercati leader si trovano nel paese in cui sono stati creati, ha dichiarato. Koenraad Debackere, professore e direttore generale della KULeuven Research and Development, ha accolto positivamente le azioni della Commissione volte a definire le PTE, le ITC e i mercati guida e si è detto favorevole alla loro complementarità e addizionalità. Ha anche espresso l’auspicio che i tre strumenti possano promuovere la mobilità interdisciplinare. Alla domanda relativa a cosa vorrebbe che accadesse il prossimo anno, il professore Debackere ha chiesto l'introduzione di politiche in materia di appalti per incoraggiare la ricerca e l'innovazione. Alcuni presenti hanno fatto riferimento al numero di PTE (31). Bernard Meric, vicepresidente senior di Hewlett-Packard EMEA, ha chiesto se la Commissione sosterrebbe una fusione delle PTE in un unico organismo con statuto di ente giuridico. Il commissario non ha considerato il numero delle PTE un aspetto problematico. Ha sottolineato che il numero è costante da qualche tempo e che le singole PTE stanno cooperando tra loro. Ridurne il numero riportando più aree tematiche all'interno di uno stesso ambito causerebbe un'eccessiva complessità, ha ritenuto Potocnik. Ha sottolineato ancora una volta, tuttavia, che le PTE non dipendono e non dovrebbero dipendere dalla Commissione europea. Vivono di luce propria, e se le parti interessate ritengono vantaggiosi eventuali cambiamenti, possono e dovrebbero metterli in atto. Aspetto insolito per l'industria, da più parti è stato chiesto alla Commissione di agire in modo più diretto con le PTE. Il dottor Cornu ha chiesto un intervento più radicale ai fini dell'elaborazione di norme paneuropee. Se le PTE stesse non definiscono norme, allora dovrebbe essere la Commissione ad intervenire e a fissarle, ha proposto. Rüdiger Iden, vicepresidente senior di Polymer Physics e BASF, ha chiesto alla Commissione di partecipare al processo di comunicazione fra le PTE. Dato che le PTE rispondono agli inviti a presentare proposte nell'ambito del Settimo programma quadro (7PQ), vi sarà una certa cooperazione e concorrenza. Al riguardo sarà necessaria da parte della Commissione una dose di moderazione, ha dichiarato. Il professor Iden ha anche invitato la Commissione a partecipare maggiormente in materia di regolamentazione, ma per deregolamentare il mercato. «Regolamentazione non significa che ci occorrono più leggi, ma più standard», ha spiegato. Potocnik ha ammesso che le regole del gioco per l'industria devono essere semplificate e che è necessaria una certa deregolamentazione. Ma «regolamentazione e deregolamentazione vanno di pari passo. La situazione non è netta, non è o nero o bianco», ha insistito. Ha citato l'esempio della nanotecnolgia, settore in cui la Commissione è intervenuta prontamente per introdurre regole e gestire i rischi. «Se non si elaborano regole in una fase precoce e in modo sufficientemente rapido, saranno le imprese ad avere la peggio», ha dichiarato ai partecipanti. Alla fine della sessione è stato chiesto al commissario di esprimersi in merito a cosa vorrebbe che accadesse il prossimo anno. E la sua risposta è stata che la Commissione continui ad operare in modo coerente e dia risultati in tempo reale.