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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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L'ottica adattiva mette a fuoco il cielo

Le immagini sfuocate dello spazio potrebbero presto diventare un ricordo del passato. Gli astronomi del telescopio VLT (Very Large Telescope) dell'Osservatorio europeo australe (ESO) hanno ottenuto le prime immagini corrette dello spazio con il dimostratore di ottica adattiva ...

Le immagini sfuocate dello spazio potrebbero presto diventare un ricordo del passato. Gli astronomi del telescopio VLT (Very Large Telescope) dell'Osservatorio europeo australe (ESO) hanno ottenuto le prime immagini corrette dello spazio con il dimostratore di ottica adattiva multiconiugata (MAD). Il MAD ha consentito agli scienziati di ricavare immagini corrette (non sfocate) nonostante la turbolenza atmosferica. Secondo l'ESO, questo significa che le immagini ricevute rappresentano un'assoluta novità a livello mondiale per quanto riguarda la qualità della risoluzione spaziale e un segno promettente per la tecnologia fondamentale da utilizzare nei telescopi ELT (Extremely Large Telescope). «I telescopi a terra subiscono l'effetto di sfocatura indotto dalla turbolenza atmosferica provocando uno sfarfallio delle stelle che può essere affascinante per i poeti, ma è frustrante per gli astronomi, in quanto le immagini non appaiono completamente nitide in ogni loro particolare», ha affermato l'ESO. Le immagini sono state ottenute avvalendosi di tecniche di ottica adattiva. I sistemi ottici adattivi funzionano mediante uno specchio deformabile controllato da un computer che compensa la distorsione delle immagini indotta dalla turbolenza atmosferica. Il principio consiste nell'eseguire correzioni ottiche in tempo reale attraverso il computer, che elabora i dati delle immagini ottenute con uno speciale dispositivo denominato «sensore di fronte d'onda», a una velocità estremamente elevata, molte centinaia di volte al secondo. Anche se la tecnica risale al 1989 quando è stata utilizzata per la prima volta nell'Osservatorio di La Silla, solo ora i sistemi ottici adattivi sono riusciti a correggere la distorsione per piccole porzioni di cielo, in questo caso di dimensioni fino a 15 arcosecondi. Le immagini sperimentali sono state riprese il 25 marzo e riguardano tre stelle di magnitudo 11 situate in un arco di cielo del diametro di 1,5 arcominuti nell'ammasso globulare Omega Centauri. Il telescopio sarà ora utilizzato per osservare questa regione per alcune notti in modo tale da determinare quali sono le prestazioni dell'apparecchiatura a seconda delle varie condizioni di visibilità. «Lo scopo del MAD è dimostrare la fattibilità e le prestazioni delle nuove tecniche di ottica adattiva», ha affermato Norbert Hubin, responsabile del gruppo dell'ESO che si occupa di ottica adattiva. Hubin ha inoltre spiegato che i risultati di questi esperimenti saranno determinanti per lo sviluppo di futuri strumenti, per i telescopi VLT e per i telescopi ELT. Il direttore generale dell'ESO, Catherine Cesarsky, ha dichiarato: «Si tratta di un risultato straordinario che apre nuove prospettive nell'era dei telescopi giganti».