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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Colmare il divario nella ricerca tra Est e Ovest

Uno degli obiettivi principali dello Spazio europeo della ricerca (SER) è affrontare la frammentazione degli sforzi di ricerca che continua ad affliggere la competitività dell'Europa. La riduzione della frammentazione è anche uno degli obiettivi del progetto NIS-NEST, che guar...

Uno degli obiettivi principali dello Spazio europeo della ricerca (SER) è affrontare la frammentazione degli sforzi di ricerca che continua ad affliggere la competitività dell'Europa. La riduzione della frammentazione è anche uno degli obiettivi del progetto NIS-NEST, che guarda a oriente, ai paesi dell'ex Unione Sovietica, dove risiede parte del «fior fiore» dei ricercatori di frontiera europei. Finanziato nell'ambito della priorità «Scienze e tecnologie nuove ed emergenti» (NEST) del Sesto programma quadro (6PQ), il progetto riunisce partner della Federazione russa, nonché di Ucraina, Bielorussia e della Repubblica moldova. L'obiettivo è rafforzare la cooperazione tra i ricercatori di questi paesi e i loro colleghi occidentali. Al progetto aderiscono anche Grecia e Francia. «Per motivi storici, i partecipanti di questi due paesi hanno lavorato separatamente, ma a nostro avviso ora è giunto il momento di realizzare un'integrazione scientifica reciprocamente vantaggiosa», ha dichiarato al Notiziario CORDIS Maria Koutrokoi, del Centro di documentazione nazionale greco e coordinatrice del progetto NIS-NEST. Obiettivo del progetto è colmare il divario tra gli studiosi che si occupano della ricerca di frontiera e ad alto rischio, poiché si ritiene che i paesi dell'ex Unione Sovietica offrano la possibilità di sfruttare un potenziale enorme in questo campo. «Sappiamo che in questi paesi sono stati ottenuti importanti risultati in aree della ricerca ad alto rischio come il settore aerospaziale», ha spiegato Maria Koutrokoi. Vadim Korablev, dell'Università tecnica statale di San Pietroburgo, una delle organizzazioni aderenti al progetto, concorda. «Abbiamo tradizionalmente un elevato livello di eccellenza nell'area della ricerca di base, nella matematica e nella fisica, ma abbiamo qualche problema ad accedere alla tecnologia e alle attrezzature più recenti.» Il professor Korablev ritiene che il progetto permetta di ottenere tale accesso e, di conseguenza, di realizzare l'eccellenza scientifica. «Se riusciremo a combinare il nostro alto livello di professionalità nell'ambito della scienza fondamentale con la tecnologia disponibile nell'UE, avremo la possibilità di ottenere ottimi risultati in pochissimo tempo». Oltre a un risparmio di tempo, , ha dichiarato Korablevm, tale collaborazione permetterà anche di risparmiare denaro. Benché l'idea iniziale fosse migliorare la collaborazione all'interno del programma NEST, da allora il progetto ha esteso il suo mandato all'intero programma quadro per la ricerca dell'UE. «Abbiamo capito che la ricerca ad alto rischo è un settore trasversale a tutti i programmi del 7PQ», ha spiegato Maria Koutrokoi. Una delle principali attività di NIS-NEST è un esercizio di mappatura volto a individuare ricercatori e organizzazioni di ricerca operanti nei settori della ricerca esplorativa nei paesi dell'Europa orientale. L'obiettivo è creare una banca dati che aiuti sia i ricercatori dell'Unione europea che quelli dell'Europa orientale a individuare potenziali partner per progetti UE nel corso del Settimo programma quadro (7PQ). Maria Koutrokoi ha sottolineato che la banca dati sarà complementare agli strumenti di ricerca utilizzati attualmente dai vari partner. Il progetto ha anche organizzato una serie di giornate informative sul 7PQ e ha avviato workshop volti ad aumentare la partecipazione agli inviti a presentare proposte nell'ambito del Settimo programma quadro. «I ricercatori stanno iniziando a farsi un'immagine più chiara del programma quadro; prima pensavano di non potervi partecipare e non conoscevano molto bene le regole», ha rivelato la coordinatrice del progetto al Notiziario CORDIS. Maria Koutrokoi ritiene che queste attività stiano spianando la strada a un maggiore livello di partecipazione nel 7PQ rispetto ai programmi precedenti (nell'ambito del 6PQ, l'Ucraina ha partecipato solo a nove progetti). «Confidiamo che il progetto getti le basi per migliorare la collaborazione», ha dichiarato, prevedendo che una più stretta cooperazione, «stimolando il flusso delle idee, permetterà di compiere ulteriori progressi in svariati campi della ricerca.» Oltre a rafforzare la collaborazione tra est e ovest, si prevede che il progetto contribuirà anche a porre fine all'esodo di massa che, negli ultimi due decenni, ha portato scienziati e ingegneri ad abbandonare i paesi dell'ex blocco sovietico. «La fuga di cervelli è un problema concreto in Russia», ha dichiarato la dottoressa Svetlana Mamakina, dell'Università statale di Mosca, al Notiziario CORDIS. «Questo progetto sta cercando di porre fine al fenomeno perché offre agli scienziati la possibilità di lavorare presso i loro istituti collaborando al contempo con partner europei. In questo modo i nostri scienziati rimarranno in patria». L'università ha circa 200 accordi con università e centri scientifici in tutto il mondo, tra cui alcuni nell'UE. «Ci auguriamo che con questo progetto tale cooperazione possa ampliarsi», ha dichiarato la dottoressa Mamakina. Pur confidando che, nel complesso, il 7PQ si rivelerà vantaggioso per i ricercatori e gli istituti di ricerca di questi paesi, il professor Alexander Belyaev, dell'Accademia delle Scienze dell'Ucraina, partner del progetto NIS-NEST, teme che le sovvenzioni del Consiglio europeo della ricerca (CER), che obbligano un ricercatore a lavorare presso un'organizzazione ospitante di uno Stato membro dell'UE, possano provocare un'ulteriore fuga di cervelli. Altri partner, però, contestano questo parere. «Non si tratta di una fuga di cervelli verso un altro continente», precisa Maria Koutrokoi. «È meglio che i nostri vicini collaborino con l'Europa anziché con l'altra sponda dell'Atlantico», ha aggiunto Paul Jamet, del Punto di contatto nazionale francese.

Paesi

Bielorussia, Grecia, Francia, Moldavia, Russia, Ucraina