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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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La primavera nell'alto Artico arriva settimane prima rispetto a dieci anni fa

Secondo una nuova ricerca, la primavera nell'alto Artico arriva con settimane di anticipo rispetto a dieci anni fa. I risultati del gruppo di ricercatori danesi e americani sono stati ottenuti grazie alla fenologia, lo studio della manifestazione degli eventi tipici della pr...

Secondo una nuova ricerca, la primavera nell'alto Artico arriva con settimane di anticipo rispetto a dieci anni fa. I risultati del gruppo di ricercatori danesi e americani sono stati ottenuti grazie alla fenologia, lo studio della manifestazione degli eventi tipici della primavera, tra cui la fioritura delle piante, la deposizione delle uova da parte degli uccelli o la comparsa degli insetti. Studi simili, effettuati a più basse latitudini, hanno già rivelato che l'inverno sta cedendo il passo sempre più in anticipo alle giornate primaverili. Ad esempio, per la flora e la fauna europee la primavera arriva in media cinque giorni prima ogni dieci anni. Le ricerche finora condotte riguardo all'impatto dei cambiamenti climatici sui fenomeni a livello fenologico nell'alto Artico sono tuttavia scarse, nonostante le temperature di questa regione attualmente stiano aumentando il doppio della media mondiale. Lo studio più recente, pubblicato sulla rivista «Current Biology», ha esaminato i cambiamenti relativi al momento della fioritura per sei specie di piante, alla comparsa per 12 specie artropodi e alla deposizione delle uova per tre specie di uccelli nel periodo compreso tra il 1996 e il 2005 nel nord est della Groenlandia. I ricercatori hanno scoperto «un anticipo estremamente rapido indotto dal clima» nelle specie studiate. Il periodo medio di anticipo è stato di 14,5 giorni per decennio, mentre per alcune specie è stato di oltre 30 giorni. Nella stessa specie e tra specie diverse si è osservata una notevole variazione nei livelli di reazione al riscaldamento. «Il nostro studio conferma ciò che molti già pensano, ovvero che le stagioni stanno cambiando e che non si tratta solo di uno o due anni caldi, ma di una tendenza stabile registrata su dieci anni», ha commentato il dottor Toke Høye del National Environmental Research Institute presso l'Università di Aarhus in Danimarca. «Ciò che ci ha sorpreso in particolare è stato notare una tendenza così accentuata, se si considera che nell'alto Artico l'intera estate è molto breve, con solo tre o quattro mesi tra lo scioglimento delle nevi e il nuovo gelo nella nostra base di ricerca di Zackenberg». Se i cambiamenti a livello fenologico alle latitudini più basse sono legati alla temperatura, nell'estremo nord il fattore decisivo è l'innevamento, la cui durata è strettamente collegata alla variazione nella fenologia. Tali risultati hanno gravi implicazioni sulle specie dell'Artico. «Le risposte decise e l'ampia variabilità nelle specie dimostrano come le interazioni biologiche possano essere facilmente interrotte da una forzatura di natura abiotica e quali preoccupanti reazioni ai cambiamenti climatici si possano osservare per gli ecosistemi dell'Artico», avvertono i ricercatori. «Infatti, questi preoccupanti cambiamenti a livello fenologico possono indebolire o addirittura bloccare le interazioni tra le specie, che sono fondamentali per il buon esito della riproduzione in questo ambiente altamente condizionato dalle stagioni».

Paesi

Danimarca