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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Secondo l'EFSA non ci sono motivi per cambiare la valutazione dei rischi degli ormoni nella carne di manzo

A seguito di un'analisi di nuovi dati scientifici, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che non ci sono motivi per modificare la valutazione dei rischi attualmente in vigore in Europa sui residui di ormoni nella carne di manzo. Gli ormoni che sti...

A seguito di un'analisi di nuovi dati scientifici, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha concluso che non ci sono motivi per modificare la valutazione dei rischi attualmente in vigore in Europa sui residui di ormoni nella carne di manzo. Gli ormoni che stimolano la crescita (GPH) vengono utilizzati per favorire l'aumento di peso dei bovini. Tuttavia, in Europa simili sostanze sono vietate a causa di preoccupazioni relative a possibili rischi per la salute derivanti dalla presenza di residui nella carne e in altre parti commestibili degli animali. Precedenti dati epidemiologici avevano collegato la quantità di carne rossa consumata a determinate forme di tumori dipendenti dagli ormoni. Dopo che sono emersi nuovi dati scientifici relativi alla caratterizzazione del rischio di GPH naturali e sintetici, la Commissione europea ha chiesto all'EFSA di rivedere la sua ultima valutazione dei rischi, risalente al 2002. Per quanto siano state sviluppate nuove tecniche più sensibili per individuare e quantificare la presenza di ormoni, esse non sono ancora utilizzate in maniera diffusa. «Ne consegue una carenza di dati sul tipo e sulla quantità di residui di GPH nella carne sui quali effettuare una valutazione quantitativa dell'esposizione» si legge nel parere dell'EFSA. Inoltre, mentre i nuovi dati scientifici contribuiscono a far luce su questi GPH, le conclusioni non «forniscono informazioni quantitative che cambierebbero la comprensione dei possibili rischi per la salute umana associati a residui di sostanze GPH nella carne e nei relativi prodotti.» L'EFSA nota che i nuovi dati hanno comunque individuato un collegamento tra l'allevamento di bovini su larga scala con l'utilizzo di ormoni ed effetti indesiderati in specie ittiche selvatiche che vivono nei fiumi dove si riversano le acque di scarico provenienti dagli allevamenti. In considerazione delle lacune nelle conoscenze sui rischi per la salute umana, l'EFSA afferma che non modificherà l'attuale valutazione UE dei rischi sui GPH presenti nella carne bovina. Continuerà tuttavia a raccogliere nuovi dati sull'argomento. Il nuovo parere influenzerà le riflessioni future della Commissione e degli Stati membri in relazione alle restrizioni sull'utilizzo di ormoni di questo tipo nei bovini.