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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Cultura e collocazione influenzano il consumo di alcol degli adolescenti

Secondo una nuova ricerca la cultura e la collocazione geografica rivestono un ruolo importante nel comportamento dei giovani rispetto all'alcol. Con l'appoggio del Centro internazionale per le politiche sull'alcol (ICAP - International Center for Alcohol Policies), i ricercat...

Secondo una nuova ricerca la cultura e la collocazione geografica rivestono un ruolo importante nel comportamento dei giovani rispetto all'alcol. Con l'appoggio del Centro internazionale per le politiche sull'alcol (ICAP - International Center for Alcohol Policies), i ricercatori hanno scoperto che gli adolescenti bevono e si ubriacano a seconda del gruppo sociale e del paese di appartenenza, e non relativamente al sesso e all'età. I ricercatori hanno scoperto che i giovani nordeuropei hanno l'abitudine di bere di più rispetto ai loro coetanei sudeuropei, soprattutto quelli delle regioni mediterranee. Basandosi sulle loro scoperte i ricercatori hanno detto che il 49% degli adolescenti svedesi (di 17 anni) hanno dichiarato di essersi ubriacati almeno una volta nella vita. Questo risultato è più alto del 39% rispetto a quello riscontrato nei giovani francesi, greci e italiani. I dati hanno rivelato che nostante la effettiva distanza geografica tra gli adolescenti, vengono riscontrate una serie di analogie. Ad esempio, i giovani di solito ricevono la loro prima bevanda alcolica dai propri genitori in occasione di un festeggiamento in famiglia. I luoghi dove i giovani trovano e consumano alcol sono gli incontri sociali (come le feste e i locali) e il consumo è solitamente legato al piacere e al divertimento. La ricerca ha anche rivelato che "un'esperienza legata al bere riuscita" era legata alle persone che cercavano di dimenticare i propri problemi. Secondo i ricercatori, anche "la consapevolezza del bere come mezzo di auto-terapia" è risultata evidente nei diversi paesi. I partecipanti allo studio provenivano da paesi di tutto il mondo e i focus group erano composti da braziliani, britanni, cinesi, italiani, nigeriani, russi e sudafricani. La dott.ssa Fiona Measham, una criminologa della Lancaster University nel Regno Unito, ha detto: "È tragico vedere come molti giovani si ubriacano di proposito, come una specie di "edonismo calcolato" legato a fattori strutturali e culturali che influenzano i giovani nei diversi pasi." Da parte sua, la dott.essa Marjana Martinic, vicepresidente dell'ICAP per la salute pubblica, ha osservato: "Dobbiamo lavorare per cambiare questa cultura del bere estremo. Bisogna guardare alle culture di paesi come l'Italia e la Spagna, dove il bere moderato è un fenomeno ordinario, che fa parte della vita familiare giornaliera." La dott.essa Martinic ha anche fatto notare che per riuscire a cambiare la cultura del bere estremo, si deve guardare oltre le risposte accettate e si dovrebbe incoraggiare tutte le parti coinvolte a partecipare. "Ciò significa che governi, comunità della salute pubblica, industrie di bevande alcoliche, sistema di giustizia criminale e società civile devono avere un ruolo nel cercare di ridurre il consumo estremo di alcol tra i giovani," ha detto. La dott.ssa Martinic ha detto che ridurre il consumo estremo di alcol tra i giovani è possibile intervenendo su tre livelli: a scuola, al lavoro e nella comunità.

Paesi

Italia, Regno Unito

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