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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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I ricercatori si immergono tra antichi tesori

Archeologi appartenenti all'università di Nottingham (Regno Unito) e all'istituto d'Archeologia marina del ministero della Cultura greco utilizzeranno apparecchiature digitali per svelare il mistero che si nasconde dietro l'antica cittadina greca di Pavlopetri, considerata la ...

Archeologi appartenenti all'università di Nottingham (Regno Unito) e all'istituto d'Archeologia marina del ministero della Cultura greco utilizzeranno apparecchiature digitali per svelare il mistero che si nasconde dietro l'antica cittadina greca di Pavlopetri, considerata la più antica città sommersa al mondo. Dopo essere stato scoperto e cartografato nel 1968 dai ricercatori dell'istituto di Oceanografia dell'università di Cambridge, da allora nel sito non è stato svolto nessun lavoro, e questo progetto potrebbe riaccendere l'interesse per l'archeologia marina. Le rovine di Pavlopetri, che giacciono a una profondità dai tre ai quattro metri appena al largo delle coste della Laconia, nel Peloponneso, risalgono almeno al 2800 a.C. Gli edifici sono intatti, e vi sono strade, cortili e tombe a camera. Gli esperti pensano che le rovine appartengano al periodo miceneo (c. 1680-1180 a.C.). Il Dr. Jon Henderson dell'UARC (Underwater Archaeology Research Centre) dell'università di Nottingham è il primo archeologo in 40 anni ad ottenere dal Governo greco il permesso speciale di esaminare la città sommersa. Il progetto contribuirà a chiarire com'era sviluppata la città, quando è stata occupata per la prima volta, qual era la sua funzione e perché si è inabissata. "Questo sito è di una rara importanza archeologica internazionale. È indispensabile che i fragili resti di questa città siano accuratamente registrati e conservati prima che vadano perduti per sempre", ha spiegato il Dr. Henderson. "Un obiettivo fondamentale del progetto è quello di sensibilizzare l�opinione pubblica circa l�importanza del sito e fare in modo che esso sia eticamente gestito e presentato al pubblico in modo sostenibile e a vantaggio dello sviluppo del turismo e della comunità locale". Gli edifici, cortili, strade, sepolcri e tombe sommersi si trovano accanto ad una zona frequentata da turisti e camper. I ricercatori affermano che turisti e industria hanno un impatto negativo sulle rovine; i turisti si immergono nella zona alla ricerca di souvenir, mentre le ancore delle imbarcazioni trascinate sul fondale causano danni. Il Dr. Henderson e la sua squadra, lavorando in collaborazione con Elias Spondylis dell'istituto d'Archeologia marina, utilizzeranno apparecchiature che in origine erano state sviluppate per l'esercito e la prospezione petrolifera offshore. Gli esperti ritengono che tali apparecchiature possano trasformare le ricerche archeologiche marine e la loro registrazione. I ricercatori eseguiranno un'indagine subacquea digitale dell'area di grandissima precisione, usando uno scanner acustico sviluppato da una società d'ingegneria offshore nordamericana. L'apparecchio è in grado di generare rapidamente immagini tridimensionali di qualità fotografica delle caratteristiche del fondale e delle strutture sommerse, con precisione più che millimetrica. "La possibilità di esaminare le strutture sommerse, dai relitti alle città, presto e bene, e soprattutto in modo economico, è un grande ostacolo per lo sviluppo futuro dell'archeologia marina", ha sottolineato il Dr. Henderson. "Credo che ora disponiamo di una nuova tecnica che risolve efficientemente il problema". Della squadra fa parte il Dr. Nicholas Flemming, l'uomo che aveva scoperto il sito nel 1967. La sua equipe di Cambridge aveva esaminato l'area con registrazioni manuali nel 1968. Il Dr. Chrysanthi Gallou dell'università di Nottingham sta attualmente conducendo una valutazione sistematica dei reperti recuperati da allora. A fine giugno gli archeologi concluderanno la loro indagine subacquea completa.

Paesi

Grecia, Regno Unito

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