L'Unione africana premia le donne scienziate e accoglie positivamente le nuove opportunità di finanziamento dell'UE
Il 9 settembre sono stati presentati ad Addis Abeba, in Etiopia, i premi African Union Women Scientist Regional Awards. Il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik ha presenziato alla cerimonia dove ha sottolineato alle quattro premiate l'importanza del loro ruolo nella creazione di "una nuova società africana" e ha parlato delle problematiche che le donne scienziate sono ancora chiamate ad affrontare in Europa. Il programma African Union Scientific Awards premia l'impegno delle donne scienziate attraverso il "Regional Women Scientific Award" e promuove le opportunità di carriera per i giovani scienziati cittadini degli Stati membri dell'Unione africana. Oltre a mettere a disposizione fondi per gli scienziati più meritevoli del continente, il programma promuove l'impegno profuso al fine di trasformare la ricerca in possibilità imprenditoriali per attirare investimenti in Africa. Le borse di studio, del valore di 20.000 dollari ciascuna (circa 13.700 euro), sono state assegnate a quattro donne selezionate in cinque diverse regioni africane (centrale, orientale, settentrionale, meridionale e occidentale) per l'eccellente lavoro svolto nell'ambito della scienza, della tecnologia e dell'innovazione e delle scienze della terra e della vita. Si auspica che le borse di studio possano spronare un numero più cospicuo di ragazze a intraprendere gli studi e, di conseguenza, una carriera in campo scientifico. "Questa rappresenta un'occasione determinante per la Commissione dell'Unione africana per porre in evidenza il ruolo essenziale svolto dalla scienza per lo sviluppo del continente", ha affermato il commissario Potocnik. "Con la cerimonia di oggi, l'Unione africana riconosce l'importanza e il ruolo delle donne [�] per lo sviluppo dell'Africa". Rivolgendosi alle scienziate che hanno ricevuto il riconoscimento, il commissario ha sottolineato come le loro competenze e capacità si estendano oltre il mero impegno scientifico: "Voi [�] siete un simbolo: il simbolo di come è possibile affrontare le sfide future e di come è possibile individuare le adeguate soluzioni", ha affermato. Il premio riconosce la grande responsabilità attribuita alle vincitrici di rappresentare degli esempi. "Siete la dimostrazione che tutti gli africani, inclusi coloro che in passato non hanno avuto accesso a un determinato tipo di istruzione o ad alcuni impieghi, possono vedere riconosciuto il loro ruolo nel processo di avanzamento africano e possono aumentare l'entità del loro contributo". Siete i messaggeri di speranza, la speranza di farcela a dispetto delle condizioni a volte difficili. Avete la capacità di dimostrare che creare una società migliore è possibile", ha detto Potocnik. Non solo in Africa le donne scienziate devono affrontare ostacoli enormi per arrivare al successo: anche in Europa vi sono numerosi problemi. "In Europa stiamo mettendo in evidenza anche l'importanza di mobilitare i talenti femminili nell'ambito della ricerca. Questa idea nasce dalla consapevolezza che nessuna società può ottenere risultati positivi su tematiche pubbliche e socioeconomiche facendo affidamento unicamente su metà delle proprie capacità e dei propri talenti", ha spiegato il commissario, aggiungendo che "se la ricerca deve rivestire un ruolo significativo e avere un impatto effettivo sulla società, questa deve coinvolgere tutti gli elementi che la compongono". Sebbene più del 34% dei laureati in scienze, ingegneria e tecnologia in Europa siano donne, solo il 9% dei professori in questi ambiti sono donne. Nonostante queste cifre dimostrino un certo margine di miglioramento nel corso degli ultimi anni, il commissario ha sottolineato come proprio questi dati siano l'espressione di un enorme spreco di talento e successo. Ha spiegato che l'Unione europea ha adottato provvedimenti atti a "favorire migliori condizioni che consentano alle donne di conciliare vita professionale e privata, carriera e famiglia" e per garantire che processi, strumenti e criteri di ricerca promuovano l'uguaglianza di genere. "Durante la mia visita in Africa, in Kenia ed Etiopia, ho [�] incontrato numerose donne scienziate e posso affermare che il loro esempio è rappresentativo. L'Africa non può permettersi di non sfruttare la loro intelligenza e il loro dinamismo", ha spiegato Potocnik. Nello stesso giorno il commissario Potocnik e il commissario dell'Unione africana per la Scienza e la tecnologia, J.P. Ezin, hanno annunciato il recente lancio di un invito a presentare proposte di ricerca dedicato all'Africa per il 2010 per un valore di 63 milioni. L'obiettivo di tale iniziativa è favorire il rafforzamento della base di ricerca africana. Le proposte migliori per progetti su salute, ambiente, alimentazione, agricoltura, pesca e biotecnologie saranno finanziati in riferimento al tema della cooperazione del Settimo programma quadro (7° PQ). In un altro discorso, il commissario Potocnik ha esortato i ricercatori africani a unirsi agli scienziati dell'UE e di sottoporre proposte per il finanziamento da 63 milioni di euro. I finanziamenti saranno destinati agli ambiti definiti prioritari dalla comunità di ricerca africana. L'iniziativa fa parte del partenariato scientifico UA-UE del dicembre 2007 e segue gli sforzi intrapresi nell'autunno del 2008 per l'implementazione del "partenariato UE-UA per scienza, società dell'informazione e spazio" mediante numerosi progetti faro.
Paesi
Etiopia