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Contenuto archiviato il 2023-03-09

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Ricercatori finanziati dall'UE sviluppano peptidi per la lotta contro il cancro ovarico

Un team di scienziati tedeschi e italiani, finanziati dall'UE, ha progettato dei peptidi capaci di influire sull'interfaccia proteina-proteina di un enzima chiave nella sintesi del DNA cruciale per la crescita dei tumori. Con un finanziamento di ben 1.902.150 euro, attravers...

Un team di scienziati tedeschi e italiani, finanziati dall'UE, ha progettato dei peptidi capaci di influire sull'interfaccia proteina-proteina di un enzima chiave nella sintesi del DNA cruciale per la crescita dei tumori. Con un finanziamento di ben 1.902.150 euro, attraverso il progetto LIGHTS ("Small ligands to interfere with Thymidylate synthase dimer formation as new tools for development of anticancer agents against ovarian carcinoma") nell'ambito dell'area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6º PQ), i ricercatori hanno sviluppato peptidi che agiscono secondo un nuovo meccanismo inibitorio e arrestano la crescita delle cellule tumorali dell'ovaio resistenti ai farmaci. In un articolo pubblicato nella rivista PNAS i ricercatori auspicano che la loro ricerca possa aiutare le circa 200.000 donne affette da tumore ovarico ogni anno in tutto il mondo. Nei paesi sviluppati il cancro ovarico è la quinta causa di decesso per cancro nelle donne. Purtroppo, il tasso di mortalità tra le malate di cancro è alto a causa della frequente diagnosi tardiva e il rapido tasso di resistenza ai farmaci. Anche se per la chemioterapia sono ampiamente utilizzati molti farmaci antitumorali clinicamente importanti, che inibiscono l'enzima timidilato sintasi il quale svolge un ruolo chiave nella sintesi del DNA, essi sono anche associati alla resistenza farmacologica. Sono quindi necessari nuovi composti con diversi meccanismi inibitori per combattere la resistenza. Secondo gli scienziati italiani e tedeschi la risposta sono gli "octapeptidi", che sono peptidi che si rivolgono specificamente all'interfaccia proteina-proteina della timidilato sintasi, composti di due catene polipeptidiche identiche. I peptidi stabilizzano la forma inattiva dell'enzima, mostrano un nuovo meccanismo di inibizione degli enzimi omodimerici e inibiscono la crescita cellulare in linee tumorali farmaco-sensibili e resistenti delle cellule. I ricercatori hanno scoperto diversi peptidi che inibiscono la timidilato sintasi rimodulando le interazioni proteina-proteina. Spiega uno degli autori dello studio, Maria Paola Costi dell'Università di Modena e Reggio Emilia in Italia: "Queste sequenze peptidiche hanno sequenze dell'interfaccia proteina-proteina dell'enzima e lo inibiscono legandosi ad un sito allosterico vincolante finora sconosciuto - ovvero, un sito diverso dal sito attivo della proteina - all'interfaccia proteina-proteina." Il team ha utilizzato sia approcci sperimentali che computazionali per dimostrare che il meccanismo inibitorio che coinvolge la stabilizzazione della forma inattiva della proteina catalitica differisce da quello dell'inibitore dell'interfaccia proteina-proteina conosciuto fino ad oggi. Diversamente dai farmaci esistenti intesi a promuovere la timidilato sintasi, questi peptidi inibiscono la timidilato sintasi intracellulare e la crescita cellulare senza conseguente aumento dei livelli di proteina timidilato sintasi quando somministrati a cellule di cancro ovarico. "Questa osservazione indica il valore potenziale di questi peptidi per superare i problemi di resistenza ai farmaci, anche se gli effetti cellulari dovranno ancora essere esplorati in fondo," dice un'altra autrice dello studio, Rebecca Wade dell'Istituto per gli studi teorici di Heidelberg. La ricerca è stata condotta dall'Università di Modena e Reggio Emilia, in Italia, e dall'Istituto per gli studi teorici di Heidelberg, in Germania. Le altre organizzazioni coinvolte sono state università italiane di Siena, Milano e Ferrara. L'obiettivo generale del progetto LIGHTS, che si è svolto dal 2006 al 2010, era di arrestare direttamente la progressione del tumore e lo sviluppo della resistenza ai farmaci durante il trattamento con farmaci platino-derivati, inibendo la funzione di regolazione delle proteine dei TS monomerici attraverso l'interruzione cellulare con molecole piccole. Il consorzio era composto sia da istituzioni di ricerca che da piccole e medie imprese (PMI) provenienti da Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.Per maggiori informazioni, visitare: Istituto per gli studi teorici di Heidelberg: http://www.h-its.org/english/index.php

Paesi

Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Stati Uniti