Che impatto ha la pesca sull’evoluzione?
Se la caratteristica che aiuta il pesce a evitare di essere catturato ha delle basi genetiche, il settore della pesca potrebbe effettivamente provocare un cambiamento evolutivo nei tratti presenti nella popolazione residua, così come i predatori selvatici provocano un cambiamento evolutivo nelle loro prede. Questo processo viene definito come evoluzione indotta dalla pesca. Nelle popolazioni ittiche fortemente sfruttate sembrano verificarsi cambiamenti evolutivi, tra cui dimensioni più piccole al momento della maturazione, ma non è ancora chiaro se questo passaggio derivi da una risposta evolutiva o da un effetto indiretto dovuto ai cambiamenti nell’ambiente. Uno di questi esempi è una riduzione della densità della popolazione ittica e la competizione per il cibo. È importante distinguere tra queste cause. Questo perché una risposta evolutiva dovuta alla pesca può essere un processo lento ma difficile da invertire, in quanto potrebbero essersi già verificati cambiamenti genetici permanenti nella popolazione. Una risposta ambientale, d’altra parte, può verificarsi più rapidamente ma potrebbe anche essere invertita più velocemente se l’ambiente in qualche modo può essere riportato al suo stato originale. Impatto della pesca a strascico Con il sostegno del programma Marie Curie, il progetto DIFIE, finanziato dall’UE, ha cercato di comprendere meglio come la pesca può provocare cambiamenti evolutivi nelle popolazioni ittiche. In particolare, è la stessa pesca che seleziona le caratteristiche nei pesci che sfuggono ai nostri tentativi di catturarli? Oppure, è il fatto che la pesca eccessiva cambia così tanto l’ambiente che i pesci sopravvissuti sono quindi esposti a diverse pressioni evolutive nel loro habitat? «In quest’ultimo caso, eravamo specificamente interessati all’effetto che la diminuzione della densità di popolazione ha sulle caratteristiche espresse dai pesci all’interno della popolazione residua», afferma la dott.ssa Amelie Crespel, ricercatrice borsista Marie Curie. I ricercatori hanno condotto esperimenti di laboratorio che simulavano l’attività di pesca e hanno scoperto che la pesca a strascico tende a rimuovere i pesci che crescono più velocemente, che nuotano più lentamente e quelli che sono più sociali. Tutti questi tratti mostravano ereditarietà tra generazioni di pesci, suggerendo pertanto che la pesca può indurre l’evoluzione della popolazione per tali caratteristiche. Effetto della densità di popolazione Una delle maggiori sfide per gli scienziati è stata la creazione di un metodo per simulare la pesca a strascico in una scala che potesse essere replicata in un ambiente di laboratorio. Gli scienziati hanno inoltre effettuato misurazioni di ogni pesce nello studio, valutando diverse caratteristiche fisiologiche, comportamentali e morfologiche nell’arco di due generazioni. La dott.ssa Crespel commenta: «Questo ci ha fornito un quadro estremamente completo e integrato di come la pesca e i cambiamenti della popolazione influenzino le caratteristiche del pesce». I risultati hanno rivelato che la densità della popolazione non ha influenzato la direzione della selezione, ma, cosa interessante, ha influenzato la forza dell’ereditarietà e le relazioni genetiche tra le caratteristiche. «Sembra che la pesca possa direttamente far evolvere le popolazioni di pesci selvatici, ma anche le dimensioni della popolazione influiranno sulla rapidità con cui si svolgerà l’evoluzione e sull’entità di eventuali cambiamenti delle caratteristiche», spiega il dott. Sean Killen, coordinatore del progetto. Documentare come le popolazioni target possono cambiare o evolvere nella loro fisiologia e comportamento è quindi importante per comprendere meglio il pieno impatto delle attività di pesca. «DIFIE ci aiuterà a raggiungere una gestione più sostenibile della pesca, lavorando su strategie di pesca che riducano al minimo gli impatti evolutivi che stiamo avendo sulle popolazioni selvatiche», conclude il dott. Killen.
Parole chiave
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