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Le innovazioni tecnologiche aiutano a superare le barriere agli spazi culturali

Lavorando con persone con disabilità, il progetto ARCHES ha sviluppato soluzioni tecnologiche innovative per incrementare l’accesso alle opere d’arte. Tra queste, avatar video che comunicano con la lingua dei segni, rilievi tattili delle opere d’arte, app senza barriere per visitare i musei e giochi per cellulari e tablet.

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Se si parla di accesso al nostro patrimonio culturale comune, le esigenze delle persone non possono essere categorizzate in maniera schematica. Quando ci sono menomazioni fisiche o cognitive, categorie tradizionali come «cecità» o «difficoltà di apprendimento» spesso sono troppo ampie e possono portare alla vittimizzazione. Il progetto ARCHES, sostenuto dall’UE, ha portato alla realizzazione di VRVis, focalizzato su una serie di esigenze di accesso, sfruttando le tecnologie correnti ed emergenti per superare le barriere. Usando metodi partecipativi i ricercatori hanno creato strumenti che includono: avatar video che comunica con la lingua dei segni (un personaggio generato dal computer che fornisce informazioni nella lingua dei segni), una app per musei, un gioco per tablet rivolto ai musei (accessibile agli ipovedenti) e il prototipo di una stampante portatile a percezione visiva 2.5D in grado di creare repliche tattili delle opere d’arte (come i quadri di Bruegel). La natura interattiva di questi manufatti tattili è stata ulteriormente potenziata incorporando l’audio surround che riflette il contenuto del manufatto, sviluppato da un altro progetto finanziato dall’UE e cooperativo, PLUGGY. È stata anche presentata una domanda di brevetto per la stampante a rilievo. Inoltre, il Servizio nazionale di previsioni meteorologiche austriaco è interessato all’avatar video che comunica con la lingua dei segni.

Co-creazione con gli esperti

Il progetto ha adottato un metodo di ricerca partecipativo che ha coinvolto persone con una vasta gamma di disabilità e preferenze di accesso, nel ruolo di co-ricercatori. «Questi partecipanti erano esperti delle loro specifiche esigenze e dell’accessibilità in generale», spiega Gerd Hesina, amministratore delegato di VRVis. «Poiché tutte le persone sono diverse ed è impossibile categorizzarle, non sarebbe stato corretto chiedere loro di auto-etichettarsi, o peggio, chiedere ad altri di farlo». Quando le aziende tecnologiche hanno presentato i progetti agli utenti nelle sessioni di prova, gli utenti hanno fornito il loro feedback con spunti per funzionalità e strumenti. I risultati finali includevano una app che guida i visitatori attraverso un museo, oltre a un gioco sulle opere del museo e a una piattaforma web da cui è possibile accedere a tutti i contenuti. Il progetto ha creato anche supporti tattili 2.5D dai manufatti del museo, usando un procedimento semiautomatizzato dove gli strumenti digitali generano un modello che viene poi lavorato in un materiale duraturo, permettendo ai visitatori di sentire la forma, la prospettiva e la consistenza tramite il tocco. Il tutto viene potenziato da una guida multimediale comandata tramite gesti che include una descrizione audio/testo/in lingua dei segni, atmosfera audio, materiale visivo aggiuntivo (proiezioni, video e scansioni) e animazioni su schermi. Il team ha sfruttato le tecnologie emergenti laddove possibile, ad esempio sviluppando gli avatar che comunicano con la lingua dei segni. Queste tecnologie sono state testate per la progettazione, il layout, le configurazioni di accessibilità, il contenuto e la facilità d’uso da oltre 200 partecipanti in quattro gruppi di ricerca partecipativa all’interno di musei in Austria, Spagna e Regno Unito.

Superare i problemi di accesso

La tecnologia inclusiva di ARCHES permette non solo l’accesso del pubblico alle istituzioni culturali ma, cosa più importante, permette a tutti i cittadini UE di partecipare più facilmente alle attività politiche, culturali e sociali. «Non si tratta solo di migliorare l’accesso ai servizi, ma anche di garantire che siano riconosciuti diritti ed esigenze. Si tratta di abbracciare le differenze e di cambiare il modo in cui lavoriamo», spiega Hesina. «In generale i partecipanti di ARCHES si sono sentiti ascoltati e per molti di loro questo ha conferito maggiore autonomia». Oggi le app e i giochi del progetto possono essere scaricati da Google Play e Apple Store, in modo da poter essere usati nei musei partecipanti e a casa. La guida multimediale sarà sugli schermi dei sei musei partecipanti (Museo Thyssen-Bornemisza in Spagna, Victoria & Albert Museum nel Regno Unito, KHM-Museumsverband in Austria, Museo Lázaro Galdiano in Spagna, The Wallace Collection nel Regno Unito e il Museo de Bellas Artes de Asturias in Spagna) ed è commercializzata ai musei europei insieme ai rilievi tattili. Nei mesi a venire sarà mostrata in quattro mostre diverse nella sola Austria. È stato anche pubblicato un manuale per i musei disponibile in tre lingue, che spiega come configurare e gestire un gruppo di ricerca partecipativo. L’avatar con lingua dei segni sarà ulteriormente sviluppato nel progetto SiMAX, supportato dall’UE e portato avanti dalla società SignTime (dopo la data di conclusione del progetto nel febbraio 2020) per migliorare i gesti dei segni nelle varie lingue.

Parole chiave

ARCHES, patrimonio culturale, museo, accesso, disabilità co-creative, app, 2.5D, rilievo, manufatto, stampante

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