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AlgaHealth: novel cultivation technologies of unique microalgae strains for high quality of fucoxanthin-based products.

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L’agricoltura oceanica nel deserto

La crescente domanda di un integratore alimentare sta mettendo a rischio le praterie marine. Coltivare microalghe sulla terraferma potrebbe rivelarsi un’alternativa più economica e più sostenibile.

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La fucoxantina è un antiossidante presente nelle alghe che conferisce loro il caratteristico colore marrone oliva. I sostenitori attribuiscono alla molecola bruno-dorata una serie di benefici per la salute, quali l’incremento della degradazione del grasso corporeo e un valido aiuto per combattere il diabete. La sostanza è sempre più popolare come integratore alimentare, con un mercato globale di 450 milioni di euro che fornisce circa 20 000 tonnellate ogni anno, principalmente nel Sud-est asiatico, nel Nord America e in Europa. Attualmente, quasi tutta la fucoxantina proviene in maniera distruttiva da grandi macroalghe frondose quali la kelp. «Hanno grandi navi che vanno in giro come una mietitrebbia, raschiando il fondo del mare e raccogliendo le alghe», afferma Oran Ayalon, co-fondatore di AlgaHealth. Devono essere raccolte enormi quantità di alghe per ottenere una piccola quantità della sostanza, che è presente solo in concentrazioni intorno allo 0,05 %. «La raccolta di alghe fa male all’ambiente, fa male ai fondali e fa male alla fauna selvatica dell’oceano», afferma Ayalon. La sua azienda spera di produrre fucoxantina da una fonte più sostenibile, le microalghe. Organismi fotosintetici monocellulari quali l’Isochrysis possono essere coltivati in vasche di grandi dimensioni in un magazzino, un processo controllato protetto dagli inquinanti ambientali. Le microalghe sono anche agricoltori molto più efficienti. In un impianto pilota a Ein-Shemer, in Israele, Ayalon e il suo gruppo hanno isolato ceppi di microalghe che producono 1 000 volte più fucoxantina rispetto ai loro cugini macroalghe. L’impianto pilota è ospitato da Ecological Greenhouse, un centro dedicato all’educazione e allo sviluppo dell’algacoltura. Qui, Ayalon e i suoi colleghi hanno testato diversi modi per far crescere i loro vari ceppi fino a trovare il giusto sistema idroponico. Ayalon afferma che i finanziamenti dell’UE per il progetto AlgaHealth hanno contribuito a dimostrare la fattibilità del piano. «Fino al contributo finanziario, avevamo idee, ma tutto era su carta», afferma. «Utilizzando questa sovvenzione, siamo stati in grado di dimostrare che possiamo far crescere le alghe e ricavarne dei prodotti». L’ottenimento della sovvenzione di Fase 1 ha anche rafforzato la reputazione di AlgaHealth, contribuendo ad attrarre altri investitori, dichiara, descrivendola come «un grande incoraggiamento per la start-up». Ayalon intende registrare i ceppi arricchiti come coltura autorizzata. «Nell’agricoltura tradizionale, si hanno diritti dei coltivatori su ceppi di vite, o pomodori, allo stesso modo in cui possiamo applicare e probabilmente ottenere il diritto di coltivatori proprio sui ceppi specifici che abbiamo sviluppato», afferma. In futuro, Ayalon intende coltivare le alghe per diverse molecole di interesse che potrebbero avere benefici per la salute, oltre a sviluppare ulteriormente i suoi ceppi per incrementare i tassi di crescita e la quantità di fucoxantina che producono. «La prima volta che sono stato esposto al settore delle microalghe, me ne sono innamorato», afferma Ayalon, che ha conseguito le lauree in biologia cellulare e botanica. «Penso che questo campo della biotecnologia agricola, rappresenterà la soluzione a molti dei problemi del mondo nei prossimi decenni».

Parole chiave

AlgaHealth, fucoxantina, alga marina, nutrizionale, grasso, integratore, alghe, kelp, botanica, oceano

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