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Contenuto archiviato il 2023-04-17

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TENDENZE SCIENTIFICHE: Le mascherine sono il nuovo volto della nostra società? La scienza e il panorama mutevole dell’espressione umana

Mentre le mascherine diventano la norma nello scenario post Covid-19, gli esperti si interrogano sull’adattamento a nuovi segnali sociali, sul riconoscimento facciale e sui problemi relativi alla sicurezza.

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Per combattere la diffusione del coronavirus, l’utilizzo di mascherine all’interno di luoghi chiusi e affollati è fortemente consigliato, e in alcuni paesi europei è obbligatorio. Ci accingiamo a entrare nell’era delle mascherine, per un periodo di tempo a noi sconosciuto.

Un futuro senza volto

L’utilizzo delle mascherine influisce sull’espressione e l’interazione umana, in un periodo in cui ci guardiamo a vicenda con inquietudine, in cerca di segnali di solidarietà, ottimismo e persino di pericolo. Ci piace leggere i volti e giudicare le espressioni, ma le mascherine nascondono questo tipo di segnali. «Ora non ci restano che gli occhi, e in questo modo è difficile esprimere i soliti giudizi affrettati che tanto ci piace dare, anche se sono sbagliati», ha rivelato al «Washington Post» Leslie Zebrowitz, docente di psicologia e ricercatrice in materia di percezione facciale presso la Brandeis University negli Stati Uniti. «Ci sentiamo più a nostro agio quando siamo in grado di giudicare le apparenze di qualcuno». Gli esseri umani si affidano ai segnali emotivi anche per una questione di sopravvivenza. «Quando si vede un volto, si fanno due cose allo stesso tempo. Si prova a indovinarne l’identità: Conosco questa persona? Come faccio a conoscerla? E si tenta di decifrarne i sentimenti», ha riferito alla «CNN» Eilidh Noyes, docente di psicologia cognitiva presso l’Università di Huddersfield nel nord dell’Inghilterra. «Il riconoscimento delle emozioni è importante dal punto di vista evolutivo, in quanto ci consente di valutare la minaccia e può anche facilitare interazioni sociali positive. Questo vale sia con le persone che conosciamo bene, sia con gli sconosciuti».

Nascondersi dietro una mascherina

«Il problema principale legato all’utilizzo di mascherine è il gran numero di persone che all’improvviso si ritrovano con il volto coperto», ha affermato Francis Dodsworth, docente associato di criminologia presso l’Università di Kingston a Londra. «Ciò fornisce un’occasione a coloro che vogliono coprire il proprio volto per motivi loschi e che ora potrebbero farlo senza destare sospetti». Nascondere il volto avrà anche conseguenze diffuse in tema di reati e di sicurezza. «Molte testimonianze sono già difficoltose», ha aggiunto il dottor Dodsworth. «Anche quando un gruppo di persone assiste allo stesso reato, c’è chi vede un soggetto con baffi e cappello e chi con barba e occhiali». La tecnologia del riconoscimento facciale è l’unica in grado di identificare con precisione le persone a distanza? La dottoressa Noyes ha commentato: «Al momento non sappiamo esattamente in che modo le mascherine influenzeranno l’accuratezza del riconoscimento facciale da parte di una persona o di un algoritmo». E ha aggiunto: «In caso di problemi relativi a uno specifico algoritmo, ritengo sia importante non attribuire tali problemi a tutti gli algoritmi, perché ognuno di essi ha i propri punti di forza e di debolezza. Occorre fare ancora molte ricerche». «Per ragioni di sopravvivenza, è necessario capire che intenzioni ha un individuo quando lo si incontra. Non essere in grado di farlo con facilità renderà le persone automaticamente più prudenti e sospettose, dando purtroppo luogo, in alcuni casi, a confronti violenti», ha affermato Ian H. Robertson, docente di psicologia presso il Trinity College di Dublino. Kate Gray, specialista in materia di elaborazione delle emozioni presso l’Università di Reading nel Regno Unito, ritiene che l’adattamento a una società senza volto avverrà senza problemi: «Credo che ci abitueremo abbastanza in fretta a interpretare i segnali socio-emotivi attraverso la voce o il linguaggio del corpo».

Parole chiave

Covid-19, coronavirus, mascherina, viso, interazione sociale