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Contenuto archiviato il 2024-04-19

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In che modo l’Alzheimer è collegato ai tassi di riduzione dell’emisfero destro e sinistro del cervello?

Uno studio finanziato dall’UE fornisce nuove informazioni su come il cervello invecchia e mostra che potrebbe in effetti esserci un legame anche tra l’invecchiamento sano e l’Alzheimer.

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Esiste un legame tra il normale invecchiamento e la malattia di Alzheimer? Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista «Nature Communications», potrebbe. Lo studio ha dimostrato che alcune parti del cervello iniziano a declinare più rapidamente intorno ai 30 anni e che questi cambiamenti sono ulteriormente accelerati nelle persone con l’Alzheimer. Grazie al sostegno dei progetti Lifebrain, CONSTRUCTIVEMEM, AgeConsolidate e NeuroCogPlasticity, finanziati dall’UE, alcuni ricercatori hanno cercato di comprendere l’invecchiamento del cervello e la malattia di Alzheimer concentrandosi sulla corteccia cerebrale, lo strato esterno del cervello. Nel cervello dei giovani, il lato destro e quello sinistro della corteccia cerebrale, che gioca un ruolo chiave nel pensiero, nella memoria, nel linguaggio e nella coscienza, non hanno lo stesso spessore, un fenomeno noto come asimmetria corticale. Finora gli scienziati pensavano che normalmente, quando le persone invecchiano, la corteccia diventa più sottile e i lati destro e sinistro si riducono allo stesso ritmo. Tuttavia, questo studio dimostra che il lato della corteccia che era più spesso all’età di 20 anni molto probabilmente si deteriorerà più rapidamente. I ricercatori hanno misurato lo spessore della corteccia di individui sani provenienti da Europa e Stati Uniti e di una coorte australiana affetta da demenza. «Siamo stati in grado di misurare lo spessore di ogni regione della corteccia in oltre 2 600 partecipanti sani provenienti da cinque paesi, fino a sei volte nella stessa persona nel corso del tempo», osserva l’autore principale James Roe dell’Università di Oslo, che coordina il progetto, in un articolo pubblicato sul sito web «Mirage News». «Molti altri set di dati sul cervello dispongono di una sola scansione del cervello per persona, quindi non si possono vedere i cambiamenti che si verificano nella stessa persona nel corso della vita. Poter disporre di scansioni di follow-up delle stesse persone è stato assolutamente fondamentale per il nostro studio».

Le implicazioni di una corteccia più sottile

I risultati del gruppo di ricerca secondo i quali l’asimmetria corticale diminuisce con l’età dimostrano che i lati destro e sinistro del cervello si deteriorano a tassi diversi. Un’altra scoperta è che il lato sinistro del cervello si riduce più velocemente con l’Alzheimer rispetto al normale invecchiamento. «È troppo presto per giungere a conclusioni, ma l’asimmetria corticale potrebbe essere usata come un marcatore per rilevare i primi cambiamenti del cervello nella malattia di Alzheimer, che si pensa si verifichino prima che i sintomi cognitivi comincino a manifestarsi», osserva Roe nello stesso articolo. È stato costantemente riscontrato che il declino verso l’asimmetria inizia intorno ai 30 anni, continua durante la vita adulta della persona e accelera a circa 60 anni di età. «L’implicazione di tutto ciò è che almeno alcuni cambiamenti cerebrali associati alla malattia di Alzheimer possono avere luogo su periodi estesi della vita, verosimilmente nell’arco di decenni, e possono mostrare un’elevata sovrapposizione con quelli che si verificano gradualmente nel normale invecchiamento», afferma Roe. Il progetto Lifebrain (Healthy minds from 0-100 years: Optimising the use of European brain imaging cohorts) ha contribuito con tre set di dati lungo l’arco della vita adulta per studiare i cambiamenti del cervello in persone da 0 a 100 anni. Un altro campione di dati lungo l’arco della vita adulta che comprende 2 577 scansioni da 1 084 individui sani di età compresa tra 20,0 e 89,4 anni è stato analizzato grazie al supporto dei progetti CONSTRUCTIVEMEM (Emergence and decline of constructive memory – Life-span changes in a common brain network for imagination and episodic memory), AgeConsolidate (The Missing Link of Episodic Memory Decline in Aging: The Role of Inefficient Systems Consolidation), e NeuroCogPlasticity (Neurocognitive Plasticity – Lifespan Mechanisms of Change). Per ulteriori informazioni, si veda: sito web del progetto Lifebrain progetto CONSTRUCTIVEMEM sito web del progetto AgeConsolidate progetto NeuroCogPlasticity

Parole chiave

Lifebrain, CONSTRUCTIVEMEM, AgeConsolidate, NeuroCogPlasticity, cervello, malattia di Alzheimer, corteccia, età

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