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Contenuto archiviato il 2024-04-19

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Le mutazioni di SARS-CoV-2 bloccano le cellule killer del corpo

Uno studio sostenuto dall’UE ha dimostrato che quando il virus SARS-CoV-2 subisce una mutazione può impedire alle cellule T killer di riconoscere ed eliminare le cellule infette.

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Nella lotta in corso contro il virus SARS-CoV-2, gli anticorpi svolgono un ruolo fondamentale nel combattere l’infezione, ma non agiscono da soli: un altro protagonista è infatti la cellula T killer, che scova e distrugge le cellule infettate dal virus. Un nuovo studio sostenuto dai progetti EpigenomeProgramming e CMIL, finanziati dall’UE, ha ora dimostrato che quando il virus SARS-CoV-2 subisce una mutazione riesce a rendersi irriconoscibile alle cellule T killer. Lo studio è stato pubblicato nella rivista «Science Immunology». Per scoprire se le mutazioni di SARS-CoV-2 riescano a eludere la risposta immunitaria delle cellule T killer, alcuni ricercatori provenienti da Austria, Russia e Svizzera hanno eseguito un sequenziamento profondo di 747 genomi virali ottenuti da pazienti con Covid-19. Essi hanno poi esaminato se le mutazioni del virus siano in grado di alterare gli epitopi delle cellule T, ovvero le parti riconosciute dalla cellula T killer che possono attivare la risposta immunitaria. «I nostri risultati mostrano che molte mutazioni nel virus SARS-CoV-2 sono, di fatto, in grado di farlo», ha affermato il coautore Andreas Bergthaler del Centro di ricerca per la medicina molecolare dell’Accademia austriaca delle scienze (CeMM) in un articolo pubblicato sul sito web «EurekAlert!». «Con l’ausilio di indagini bioinformatiche e biochimiche, nonché di esperimenti di laboratorio con globuli rossi provenienti da pazienti affetti da Covid-19, siamo stati in grado di dimostrare che i virus mutati non possono più essere riconosciuti dalle cellule T killer in queste regioni».

Il ruolo degli epitopi e la cellula T killer

La cellula T killer è un tipo di linfocita, o globulo bianco. Nota anche come cellula T CD8+, questa cellula citotossica è in grado di riconoscere ed eliminare una cellula infetta tramite la proteina virale, o antigene, presente sulla sua superficie. Quando un virus infetta una cellula, inizia a produrre antigeni: alcuni peptidi creati durante questo processo vengono trasportati sulla superficie cellulare da molecole MHC di classe I e presentati ai recettori delle cellule T. Questi peptidi, o epitopi delle cellule T, segnalano l’infezione virale della cellula e consentono alle cellule T killer di eliminarla.

Implicazioni per lo sviluppo di futuri vaccini

Generalmente, sono numerosi gli epitopi che le cellule T killer sono in grado di riconoscere, perciò se uno di essi subisce una mutazione, gli altri possono ancora segnalare la presenza di un virus. Sfortunatamente, dato che gran parte dei vaccini odierni contro il SARS-CoV-2 interviene solo su una delle numerose proteine del virus, la proteina spike, ciò riduce il numero di epitopi che le cellule T killer riescono a riconoscere. «In una persona infetta, la proteina spike ha in media da uno a sei di questi epitopi delle cellule T. Se il virus muta in una di queste regioni, il rischio che le cellule infette non siano riconosciute dalle cellule T killer aumenta», ha osservato nello stesso articolo il coautore Johannes Huppa, dell’Università medica di Vienna. «Queste conoscenze contribuiscono allo sviluppo di vaccini più efficaci dotati del potenziale di attivare quante più cellule T killer possibile attraverso una serie di epitopi. L’obiettivo consiste nel produrre vaccini che attivino risposte neutralizzanti da parte di anticorpi e cellule T killer, per una protezione più ampia possibile», ha concluso il team di ricerca. I progetti EpigenomeProgramming (An experimental and bioinformatic toolbox for functional epigenomics and its application to epigenetically making and breaking a cancer cell) e CMIL (Crosstalk of Metabolism and Inflammation) sono ospitati dal Centro di ricerca per la medicina molecolare dell’Accademia austriaca delle scienze (CeMM). Entrambi i progetti si concluderanno nel 2021. Per maggiori informazioni, consultare: pagina web del progetto EpigenomeProgramming pagina web del progetto CMIL

Parole chiave

EpigenomeProgramming, CMIL, cellula T killer, SARS-CoV-2, mutazione, virus, vaccino, epitopo

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