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Contenuto archiviato il 2024-04-19

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Il ruolo delle città nella realizzazione di sistemi alimentari sostenibili, sani ed equi

Un progetto finanziato dall’UE ha ospitato una serie di dibattiti con figure chiave delle politiche europee, dei governi locali e della politica alimentare al fine di rispondere a una domande cruciale: cosa possono fare le città per aiutare l’Europa a trasformare i propri sistemi alimentari?

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Alimenti e Risorse naturali icon Alimenti e Risorse naturali

Con iniziative quali la sua strategia «Dal produttore al consumatore», l’Europa si sta adoperando per realizzare sistemi alimentari in grado di nutrire in modo sostenibile quasi 450 milioni di abitanti che vivono all’interno dei suoi confini. Per creare questi sistemi alimentari sostenibili, è necessario affrontare aspetti quali i cambiamenti climatici, la carenza di risorse, le abitudini alimentari scorrette e l’aumento dei rifiuti. Ma qual è il ruolo delle città nella realizzazione della visione europea che prevede sistemi alimentari non soltanto sostenibili, ma anche sani ed equi? Il progetto FOOD TRAILS, finanziato dall’UE, ha cercato di trovare a una risposta a questo interrogativo ospitando una serie di dibattiti mattutini online. I dibattiti hanno riunito figure chiave delle politiche europee, dei governi locali e della politica alimentare per parlare del modo in cui le città possono contribuire a trasformare i sistemi alimentari, aiutando al tempo stesso l’Europa a raggiungere i propri obiettivi climatici.

Sistemi alimentari equi

Nel primo dibattito, Herbert Dorfmann, deputato al Parlamento europeo per l’area sudtirolese e relatore per la strategia «Dal produttore al consumatore», ha evidenziato l’importanza di ricostruire il legame tra città e aree rurali. «Negli ultimi decenni, il divario tra gli abitanti delle città e delle zone rurali si è ampliato. I supermercati possono vendere i prodotti degli agricoltori, ma per i cittadini è più importante vedere gli agricoltori in città. Su questo aspetto, la strategia “Dal produttore al consumatore” costituirà uno strumento fondamentale», ha dichiarato in un articolo pubblicato sul sito web di «Slow Food». Durante la pandemia di COVID-19, le città strettamente collegate ad agricoltori e ad altri operatori della filiera alimentare sono state in grado di adattarsi alla crisi in modo migliore rispetto ad altre realtà urbane. Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano, ha descritto il lavoro della sua città, con reti quali Eurocittà e il Milan Urban Food Policy Pact, per garantire alle persone l’accesso al cibo attraverso iniziative come la distribuzione di ceste alimentari, buoni per alimenti e aiuto economico. «Abbiamo cercato di verificare che anche le persone più povere potessero permettersi e avere accesso ad alimenti di qualità e siamo riusciti a superare il lockdown. Questo è ciò che può accadere quando una politica alimentare inizia a prendere forma», ha osservato.

Alimentazione sana, pratiche sane

La seconda sessione ha sottolineato l’importanza di disporre di sistemi alimentari sani. La consigliera Paulette Hamilton, di Birmingham, ha parlato dei passi compiuti dalla sua città per contenere la crescita delle catene dei fast food al fine di rendere più semplice la possibilità di scegliere un’alimentazione corretta e di mettere le imprese in condizione di realizzare un’economia alimentare più sana. «Si tratta di cambiare il quadro alimentare, senza pressare né biasimare i consumatori», spiega Hamilton. Per contribuire alla lotta contro il cibo malsano, la Commissione europea sta istituendo un Codice di condotta per pratiche commerciali responsabili. Secondo Alexandra Nikolakopoulou, capo unità presso la direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare, ciò «spingerà l’industria alimentare a impegnarsi per aumentare la disponibilità di alimenti sani e nutrienti». Nel terzo dibattito, Franciska Rosenkilde, assessore alla cultura e al tempo libero di Copenaghen, ha illustrato gli sforzi della città per garantire l’approvvigionamento di alimenti nutrienti tramite procedure di appalto pubblico. L’obiettivo è quello di fare in modo che il 90 % dei pasti scolastici offerti quotidianamente nella capitale siano biologici. «Salute del corpo, della Terra e del clima», ha osservato Rosenkilde, «sono tutti aspetti interconnessi». Il progetto FOOD TRAILS (Building pathways towards FOOD 2030-led urban food policies) sta pianificando delle attività pilota in 11 città europee per aiutarle a co-creare una politica alimentare urbana in grado di rafforzare la comunità e promuovere la sostenibilità della catena alimentare e l’azzeramento degli sprechi. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto FOOD TRAILS

Parole chiave

FOOD TRAILS, alimenti, sistema alimentare, strategia «Dal produttore al consumatore», agricoltore, politica alimentare

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