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Reconstructing habitat type and mobility patterns of Rangifer tarandus during the Late Pleistocene in Southwestern France: an ecomorphological study.

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I frammenti ossei di renna rivelano un quadro dell’attività umana del Paleolitico

Molti studi si sono concentrati sul ruolo dei fossili di renna nei sistemi di sussistenza del Magdaleniano. Tuttavia, nonostante i numerosi tentativi di ricostruire il comportamento migratorio delle renne nel Paleolitico, non esiste alcun consenso riguardo alla portata dei loro movimenti nel sud della Francia. Un progetto ha fornito un’immagine più chiara di tale questione.

Ricerca di base icon Ricerca di base

Dagli anni ’50, la portata delle migrazioni di renne ha rappresentato una questione ricorrente nell’archeologia preistorica, alimentando un dibattito di lunga data. Durante le ere glaciali, le renne (Rangifer tarandus) erano una delle specie emblematiche fondamentali del Paleolitico europeo, in particolare il Magdaleniano, l’ultima cultura paleolitica. La frequente presenza di resti di renna nei siti archeologici francesi durante questo periodo, con variazioni locali e stagionali, suggerisce che i gruppi di cacciatori-raccoglitori dipendevano in larga misura da tale risorsa animale. La ricercatrice principale di EmorphProject, Ana Galán López, è una ricercatrice associata presso il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, attualmente sotto contratto all’Università di Tolosa. «Gli ambienti del Pleistocene non hanno analoghi moderni. Altrove nel contesto della ricerca ecomorfologica, tuttavia, è stato proposto un legame tra la mobilità o l’habitat e la morfologia funzionale delle ossa degli arti di una varietà di taxa», afferma.

Strategie di mobilità e la loro relazione con il tipo di habitat

Galán López prosegue spiegando che la ricerca ha dimostrato con successo che è possibile studiare la relazione tra il ruolo ecologico di un individuo e i suoi adattamenti anatomici, anche quando i taxa coinvolti sono molto diversi dai loro discendenti moderni. «Grazie ai moderni dati etologici sappiamo che le popolazioni di renne adottano diverse strategie di mobilità correlate al tipo di habitat e alla densità della popolazione. Pertanto, le migrazioni a lunga distanza hanno tipicamente luogo negli habitat della tundra e della steppa, mentre gli animali che vivono nella foresta o vicino ad essa tendono a percorrere distanze più brevi rispetto alle loro controparti nella tundra.»

Lettura degli indizi

I Magdaleniani dipendevano in larga misura dalle renne, il che li rende fondamentali per ricostruire le strategie di sussistenza umana, la mobilità o le potenziali scelte tecnologiche. Ma come possiamo leggere i messaggi che ci lasciano? «Ero interessata alle ossa metapodiali degli arti inferiori a causa della loro specializzazione e del loro allungamento nei mammiferi biungulati. Questi sono stati utilizzati per valutare le dimensioni del corpo, il comportamento locomotorio e la preferenza dell’habitat», aggiunge. Galán López, che ha ricevuto il sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, ha preso in considerazione due approcci. In primo luogo, vi è la morfometria geometrica (GMM, geometric morphometrics), che comporta lo studio di sezioni trasversali di ossa, in questo caso quelle che formano l’arto inferiore note come ossa metapodiali, per esaminare la loro struttura e forma. A tal fine, ha utilizzato la tomografia computerizzata, la TAC, per ottenere immagini della sezione trasversale delle ossa. In secondo luogo, vi sono l’apprendimento automatico e le misurazioni lineari. Le tecniche di apprendimento automatico hanno recentemente iniziato ad essere applicate nel campo dell’archeozoologia, dimostrando il loro utilizzo ai fini della classificazione. «La caratteristica più importante di questo metodo non è solo la sua elevata precisione nell’identificazione dei modelli di mobilità, ma anche il fatto che fornisce un modo computerizzato per classificarli, riducendo considerevolmente i pregiudizi legati alla soggettività.»

Comprendere il legame presente tra i movimenti delle renne e l’attività umana

Applicando tale quadro di riferimento, gli studi preliminari realizzati su un corpus di siti magdaleniani nel sud-ovest della Francia indicano la presenza di popolazioni di renne che si spostano su lunghe distanze. «Questi risultati ci permetteranno di avvicinarci all’economia della sussistenza all’interno delle comunità di cacciatori-raccoglitori, consentendo di distinguere meglio le decisioni che si riferiscono ai vincoli ambientali e quelle che si riferiscono alle scelte culturali», spiega Galán López.

Parole chiave

EmorphProject, Pleistocene, Paleolitico, ere glaciali, renna, Rangifer tarandus, Magdaleniano, morfometria geometrica, apprendimento automatico

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