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personalised Diabetes Management using lOw-cost Needle-free multiple-biomarkers monitoring Device

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Una tecnica di monitoraggio del diabete senza ago

Il monitoraggio continuo del glucosio è l’approccio standard di riferimento per la gestione del diabete. Grazie a un sensore sottocutaneo, il prelievo dal dito e i cerotti visibili sono destinati a diventare un ricordo del passato.

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Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nel mondo sono oltre 420 milioni le persone affette da diabete e quasi 370 milioni sono a rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. La spesa annuale globale per la sanità riferita a questa malattia è di circa 760 miliardi di dollari. Al fine di contenere i costi sanitari e ridurre al minimo le comorbilità correlate, la gestione del diabete fa grande affidamento sulla misurazione costante dei livelli di glucosio nel sangue. Nel corso degli anni sono stati sviluppati vari approcci e dispositivi che però risentono di una scarsa conformità dei pazienti, presentano costi elevati o manifestano una variabilità notevole.

Un sensore sottocutaneo per la gestione del diabete

Il progetto DiaMOND, finanziato dall’UE, ha avviato una nuova generazione di dispositivi di monitoraggio del glucosio che forniscono livelli glicemici e informazioni sull’andamento in modo costante. «Abbiamo sviluppato il primo sistema al mondo per il monitoraggio continuo di diversi metaboliti destinato alle persone che convivono con il diabete, affinché possano accedere a informazioni accurate sui propri livelli di glucosio e di altri metaboliti rilevanti in qualsiasi momento», spiega Danaë Delbeke, coordinatrice del progetto e amministratrice delegata di Indigo Diabetes. Il sensore DiaMOND è un piccolo spettrometro su chip, che si avvale della tecnologia nanofotonica per misurare in modo affidabile i chetoni e il lattato, oltre al glucosio. Con l’inserimento di informazioni sul metabolismo lipidico e sull’attività fisica, il sensore è volto a prevedere eventi ipoglicemici o iperglicemici imminenti. La superiorità tecnica del sensore di DiaMOND risiede nel suo fascio di luce: dal momento che non attraversa pelle o tessuto, non provoca dispersione della luce a livello tessutale o cutaneo. Il sensore misura il glucosio nel fluido interstiziale, la stessa matrice impiegata da altri dispositivi commerciali di successo. Il sensore ha una durata prevista di 2 anni e si connette in modalità wireless ai dispositivi mobili, per condividere i dati riferiti al paziente con assistenti e familiari. È importante notare che la tecnologia adottata garantirà un prezzo assolutamente competitivo. Dopo la convalida su un modello suino, i risultati hanno dimostrato un’elevata precisione delle rilevazioni di glucosio e una notevole correlazione delle misurazioni di lattati e chetoni con i parametri di riferimento del sangue. Lo studio clinico GLOW nell’uomo sul sensore di monitoraggio continuo di diversi metaboliti è stato inserito nell’elenco di www.clinicaltrials.gov (ClinicalTrials.gov) con numero identificativo NCT04782934 ed è stato completato di recente. È stato disegnato uno studio prospettico di fattibilità precoce, monocentrico, condotto presso l’ospedale universitario di Anversa, in Belgio, per valutare la sicurezza del sensore e l’inserimento a breve termine nel tessuto. I dati sono stati raccolti anche dai sette partecipanti allo studio, venendo successivamente utilizzati per sviluppare il dispositivo al fine di permettere la misurazione continua in tempo reale dei livelli di metaboliti fondamentali in soggetti diabetici adulti. I risultati dello studio GLOW sono attualmente in fase di analisi e saranno presentati a breve per la pubblicazione.

Il primo sensore sottocutaneo per la rilevazione di diversi metaboliti ad entrare sul mercato

L’obiettivo principale del progetto DiaMOND è stato quello di promuovere l’adozione di un sistema per il monitoraggio continuo del glucosio, con il superamento delle limitazioni presentate dai dispositivi esistenti. Il team ha creato una soluzione rivoluzionaria per il monitoraggio continuo di vari metaboliti, che non è visibile sul corpo del paziente e richiede un inserimento minimo di dati da parte dell’utilizzatore. Il dispositivo unisce metabolomica e terapeutica digitale, sotto forma di dispositivo impiantabile di monitoraggio continuo. «A quanto ci risulta, si tratta del primo sensore sottocutaneo per la rilevazione di diversi metaboliti e la sua applicazione può essere rivolta, oltre che al diabete, al monitoraggio di altre malattie come l’autommunità», sottolinea Delbeke. Nei progetti per l’immediato futuro rientra il completamento dello studio sugli esseri umani per procedere con l’industrializzazione del prodotto. Il team ha anche ricevuto ulteriori finanziamenti per sostenere lo sviluppo in corso del sensore per la rilevazione di diversi metaboliti. Inoltre, i partner stanno preparando la strategia per il rapido ingresso sul mercato del sensore. L’acquisizione di dati nella vita reale rafforzerà ulteriormente la sicurezza, la robustezza e l’affidabilità del sensore. Liberatoria: non approvato dall’FDA, senza marcatura CE. Prodotto in sperimentazione clinica. Prodotto non disponibile sul mercato, non in vendita.

Parole chiave

DiaMOND, diabete, sensore per la rilevazione di diversi metaboliti, glucosio, chetone, lattato, sottocutaneo

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