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Multidisciplinary and multi-context demonstration of EGS exploration and Exploitation Techniques and potentials

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Svegliare il gigante assopito dell’energia geotermica

L’innalzamento dei costi dell’energia e la dipendenza da combustibili fossili richiedono alternative più pulite. MEET ha esaminato diversi ambienti geologici da utilizzare come serbatoi non convenzionali di energia geotermica.

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L’energia geotermica è una fonte di energia naturale, rinnovabile e non sfruttata che proviene dal sottosuolo terrestre. Malgrado i suoi numerosi vantaggi, il suo sfruttamento non ha conseguito il massimo potenziale. I motivi principali sono legati ai rischi e ai costi iniziali correlati all’esplorazione e alla perforazione necessarie per i serbatoi.

Avvalersi di sistemi geotermici migliorati per la produzione illimitata di elettricità e calore

Per fare fronte a questa sfida, il progetto MEET, finanziato dall’UE, ha proposto di usufruire di serbatoi profondi e sistemi geotermici migliorati (EGS) quale approccio più efficiente in termini di costo. Gli EGS sono serbatoi geotermici resi maggiormente disponibili attraverso la stimolazione idraulica, chimica e/o termica del pozzo. Questo procedimento riattiva fratture naturali che risultano inizialmente scarsamente permeabili per trasformarle in serbatoi sostenibili. L’acqua prodotta è in seguito impiegata in superficie per la generazione di elettricità e/o applicazioni termiche. «La missione di MEET consiste nella dimostrazione della fattibilità e della sostenibilità finanziaria di EGS e serbatoi profondi per la produzione di energia elettrica e termica in diversi contesti geologici», spiega Albert Genter, coordinatore del progetto e vicedirettore generale presso l’azienda ÉS-Géothermie. I ricercatori hanno studiato il potenziale di ambienti sedimentari (giacimenti petroliferi), vulcanici, granitici e metamorfici sfruttando vari siti in Europa e in altre parti del mondo.

Creare EGS in contesti geologici diversi

Il consorzio era interessato all’ispezione di pozzi petroliferi maturi o abbandonati per comprovarne il potenziale come serbatoi geotermici. L’utilizzo di pozzi petroliferi esistenti, la cui produzione aveva raggiunto il picco, si è dimostrato valido per ridurre nettamente i costi di nuove perforazioni finalizzate all’impiego di energia geotermica. Inoltre, i ricercatori hanno sondato la possibilità di impiegare tecnologie basate sui composti organici come fluido di lavoro, un processo noto con il nome di ciclo Rankine a fluido organico. L’integrazione di questo processo in due siti in Islanda ha rivelato il potenziale di convertire il calore a bassa portata e/o a bassa temperatura in energia in ambienti vulcanici. I lavori sul campo condotti nelle Ardenne, in Belgio, e sulle montagne dello Harz, in Germania, hanno permesso la caratterizzazione della permeabilità del basamento metamorfico, attestandone il potenziale di fungere da sito EGS. Nel caso di impianti EGS in ambienti granitici, il gruppo ha illustrato come la reiniezione di acqua a più bassa temperatura potrebbe valorizzare fino al 45 % del calore aggiuntivo. Inoltre, l’innovativo trattamento chimico dei serbatoi granitici in Cornovaglia, nel Regno Unito, è in fase di sviluppo per migliorare la produzione.

Strumenti a favore di progetti di geotermia profonda

Secondo Genter: «Esiste un grande spazio di manovra per avvalersi dell’energia geotermica profonda, mediante l’ottimizzazione dell’uso di impianti esistenti e la ricerca di risorse in strutture geologiche che sono attualmente sottoutilizzate.» MEET ha creato un visualizzatore di carte geografiche come soluzione completa per i progetti futuri di esplorazione geotermica profonda. Oltre a ciò, è stato realizzato lo strumento di supporto al processo decisionale per l’impiego ottimale dell’energia geotermica (DMS-TOUGE) quale applicazione autonoma a libero accesso per effettuare la stima di vari indici economici rilevanti per uno scenario geotermico definito e fornire analisi decisionali multicriterio. Al momento, il fulcro principale del progetto è la promozione e la divulgazione dei risultati relativi al valore di diverse strutture geologiche per la produzione di energia geotermica. Le attività comprendono articoli pubblicati in un numero speciale della rivista Geosciences journal, nonché vari eventi organizzati dalla comunità dell’energia geotermica. Il consorzio ha inoltre delineato piani di valorizzazione, comprese analisi di mercato, e individuato gli interlocutori principali che contribuiranno a integrare i risultati di MEET, facendo così avanzare l’impiego dell’energia geotermica.

Parole chiave

MEET, energia geotermica, EGS, pozzi petroliferi, vulcanico, granitico, metamorfico, sistemi geotermici migliorati, ciclo Rankine a fluido organico

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