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The effect of future global climate and land-use change on greenhouse gas fluxes and microbial processes in salt marshes

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Le paludi salmastre e i fattori dei cambiamenti climatici globali del futuro

Un progetto finanziato dall’UE studia la risposta a una serie di fattori ambientali dei tassi di reazione biogeochimica e dei flussi di gas a effetto serra nelle paludi salmastre.

Cambiamento climatico e Ambiente icon Cambiamento climatico e Ambiente

Le paludi salmastre sono ecosistemi importanti che forniscono servizi ecosistemici cruciali, fra cui il sequestro del carbonio, il carbonio blu e il miglioramento della qualità dell’acqua. Nonostante il loro noto valore, le paludi salmastre subiscono le pressioni di molti fattori di cambiamento globale, come l’innalzamento del livello dei mari, l’aumento delle temperature e l’incremento dell’azoto reattivo (Nr). Il progetto MarshFlux, finanziato dall’UE grazie al sostegno del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie, si proponeva di affrontare le forti lacune nella comprensione di come il potenziale globale di raffreddamento delle paludi costiere sarà condizionato dalle risposte dei tassi di reazione biogeochimica e dei flussi di gas a effetto serra (GES) ai cambiamenti globali. «Lo abbiamo fatto mediante una serie di esperimenti in situ e in laboratorio», spiega Sophie Comer-Warner, coordinatrice del progetto.

Considerazioni chiave: lacune nella conoscenza

«Dal momento che iniziamo a prendere in considerazione le paludi salmastre negli inventari nazionali dei GES e l’uso del carbonio blu per compensare le emissioni, dobbiamo comprendere appieno i bilanci del carbonio di tali ecosistemi e come questi ultimi potrebbero trasformarsi in futuro in presenza di cambiamenti ambientali globali», osserva Comer-Warner. Le emissioni di GES, metano (CH4) e protossido di azoto (N2O), possono compensare in parte il valore del carbonio immagazzinato, perciò queste reazioni sono particolarmente importanti da comprendere. «Inoltre, la capacità continuativa di queste zone umide di filtrare l’inquinamento da azoto e di proteggere le zone costiere è essenziale e occorre capire bene come tale capacità possa cambiare in futuro», aggiunge Comer-Warner. Questa ricerca è fondamentale per una gestione efficace delle zone umide costiere, al fine di mantenerne il valore in termini di carbonio blu nell’ambito dei futuri cambiamenti globali.

Flussi di gas a effetto serra e paludi salmastre

Il progetto ha misurato i flussi di CH4 in quattro piani altitudinali di una palude salmastra in Québec (Canada), registrando emissioni elevate provenienti da un solo piano altitudinale, quello che corrisponde alla diffusione di Sporobolus alterniflorus, precedentemente nota come Spartina alterniflora. «Ciò dimostra l’elevata variabilità dei flussi di GES all’interno delle paludi salmastre, che devono essere caratterizzate in modo approfondito per valutare il valore del carbonio blu, e che l’innalzamento del livello dei mari può convertire i piani altitudinali da zone a bassa emissione a zone ad alta emissione o viceversa, con ampie implicazioni, dunque, per il bilancio dei GES di una palude salmastra», riferisce Comer-Warner. MarshFlux ha inoltre confrontato le risposte dei flussi di N2O e dei tassi di denitrificazione all’aumento della temperatura, nonché il carico di Nr, fra due tipi di vegetazione nelle paludi salmastre del Québec (Canada) e della Louisiana (Stati Uniti). «Abbiamo scoperto che i flussi potenziali di N2O sono aumentati da pozzi minori a fonti maggiori in seguito a trattamenti elevati in tutti i siti palustri. Abbiamo inoltre riscontrato differenze tra le paludi salmastre del Québec e della Louisiana e fra i tipi di vegetazione. Anche in questo caso sono state rilevate ampie variazioni nei servizi ecosistemici fra i piani altitudinali all’interno di una palude salmastra e fra paludi salmastre in regioni climatiche diverse», conferma Comer-Warner. Impulsi infrequenti per quanto riguarda la temperatura e/o l’Nr possono avere ripercussioni significative sul funzionamento delle paludi salmastre come pozzo di assorbimento dei GES, riducendone la capacità di mitigazione dell’impatto climatico nei futuri scenari di cambiamento globale. In base a questi ultimi, in Québec i tassi di denitrificazione sono diminuiti, il che indica una minore capacità di rimuovere l’azoto con l’aumento dell’inquinamento e della temperatura. «Sono ora in programma ulteriori lavori di manipolazione dei fattori del cambiamento globale in situ o in esperimenti mesocosmici per raccogliere informazioni sugli effetti di tali fattori sui tassi di reazione biogeochimica in condizioni più realistiche. Infine, è necessario capire se le differenze osservate nei flussi di CH4 tra i vari piani altitudinali siano dovute alla produzione o al trasporto mediati dalle piante, oppure a una combinazione di entrambi», conclude Comer-Warner.

Parole chiave

MarshFlux, paludi salmastre, carbonio blu, tassi di reazione biogeochimica, flussi di gas serra, zone umide costiere

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