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Global Asylum Governance and European Union's Role

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Rafforzare il ruolo dell’UE nella governance globale in materia di asilo

Un’analisi globale condotta dal progetto ASILE, finanziato dall’UE, ha evidenziato che l’Europa deve impegnarsi di più per consolidare la fiducia con i paesi terzi, trattando le persone richiedenti asilo in modo equo e garantendo l’attuazione del patto globale sui rifugiati delle Nazioni Unite.

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Se da un lato molti strumenti relativi all’asilo possono a una prima occhiata sembrare promettenti o etichettati come buone pratiche, dall’altro possono rivelarsi estremamente difficili da attuare nel medio e lungo termine. Il gruppo di ricerca del progetto ASILE (Global Asylum Governance and European Union’s Role) ha riscontrato che l’applicazione di questi strumenti, anche se scaturiti dalle migliori intenzioni, può spesso minare i diritti umani e dare origine a ulteriori problemi in futuro. Il coordinatore del progetto Sergio Carrera del Centre for European Policy Studies, in Belgio, ha guidato un gruppo che si è dedicato all’analisi di vari paesi tra cui Bangladesh, Brasile, Canada, Giordania, Sud Africa e Turchia. «La nostra intenzione era esaminare le esperienze di paesi non europei che attualmente stanno gestendo notevoli spostamenti di persone richiedenti asilo affinché le lezioni apprese da loro possano applicarsi all’UE», spiega. «Si tratta di paesi che affrontano la gran parte delle difficoltà correlate all’arrivo e all’accoglienza di persone richiedenti asilo su scala molto vasta.»

Una situazione permanentemente temporanea

Un risultato importante del progetto ASILE riguardava il fatto che alle numerose persone richiedenti asilo sfollate in queste regioni è stata concessa una «protezione temporanea» o assegnato uno status di «migrante forzato» anziché quello di persona rifugiata in tutti i sensi. Il gruppo del progetto ha riscontrato che questa pratica costituisce una forma sofisticata di contenimento ed esclusione. «Ad esempio, in Turchia, alcune persone rifugiate sono sotto protezione temporanea da oltre dieci anni», osserva Carrera. «Sono quindi intrappolate in una sorta di precarietà e “temporaneità permanente.» E aggiunge che la maggioranza delle persone richiedenti asilo rimane nel proprio paese come persona sfollata internamente o in paesi vicini. Per fare un altro esempio, in Sud Africa, molte persone sfollate provenienti dallo Zimbabwe hanno ricevuto lo status di regolarizzazione tramite un programma di amnistia. Tuttavia, ora è giunto al termine, facendo piombare migliaia di persone in una condizione di incertezza giuridica sul proprio futuro.

Verso una migliore politica in materia di asilo

Il progetto ha inoltre studiato le disposizioni dell’UE relative all’asilo insieme a paesi terzi quali Niger, Serbia, Tunisia e Turchia che intendono impedire alle persone migranti di raggiungere le frontiere europee. In tutti i paesi a eccezione della Turchia, ASILE ha notato che la gran parte delle risorse dell’UE viene destinata al contenimento piuttosto che alla protezione delle persone rifugiate. In particolare, in Niger, l’intervento dell’UE per contrastare il traffico di migranti è considerato nel paese come un tentativo di soffocare la libera circolazione. «Come si evince dalla relazione di ASILE, ”Asilo come contenimento”, tali disposizioni per l’asilo possono creare problemi», sottolinea Carrera. Tramite il suo operato, ASILE si auspica di valutare il ruolo dell’UE nell’attuazione del patto globale sui rifugiati delle Nazioni Unite, un quadro che prevede una condivisione più equa delle responsabilità da parte della comunità internazionale. Il portale globale di ASILE ha stilato un elenco delle lezioni apprese dai casi di studio del progetto, mostrando l’impatto delle politiche presentate sui diritti e sugli impegni del patto delle Nazioni Unite. Attraverso questa piattaforma web interattiva, gli utenti dispongono di un accesso diretto alle relazioni specifiche dei paesi.

Trattare equamente le persone richiedenti asilo

Il progetto ha inoltre posto sotto alla lente la politica sull’asilo più vicina a casa. L’Europa ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea per le persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Oltre a ciò, un libro recente a cura del progetto ASILE fornisce un’analisi approfondita del primo anno di attuazione della direttiva. Soffermandosi sulla risposta dell’UE alla crisi di persone rifugiate ucraine e confrontandola a passate ondate di migrazione, gli autori sono arrivati alla conclusione che occorre un impegno maggiore per garantire che il diritto d’asilo in Europa sia concesso in maniera equa alle persone, indipendentemente dal paese di origine e dall’etnia, in linea con il patto globale.

Parole chiave

ASILE, asilo, persone rifugiate, Nazioni Unite, sfollato, Turchia, Siria, regolarizzazione

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