Come decidiamo dove costruire i parchi eolici?
Dalle coste dell’Irlanda alle isole della Grecia, il paesaggio europeo è costellato di turbine eoliche che forniscono energia pulita e rinnovabile. Sebbene l’industria sia in costante innovazione, decidere dove costruire le turbine rimane un processo complesso e lungo. «Ci sono parecchi ostacoli da superare prima che un progetto eolico diventi realtà», spiega Meerts, responsabile tecnico di 3E, un’azienda che fornisce soluzioni per le energie rinnovabili in Belgio. «Dal punto di vista tecnico, l’elemento più importante è definire l’incertezza delle risorse. Senza aver chiarito questo aspetto, il finanziamento di un progetto risulta impossibile.» In altre parole, una cosa è sapere che una particolare collina è esposta a molto vento, un’altra è sapere che il progetto sarà redditizio nel lungo periodo. Questo è ciò che richiedono le banche e gli investitori prima di impegnarsi in un grande progetto di un parco eolico.
Un processo di selezione complesso
La prima fase del processo di selezione, la fase di pre-fattibilità, prevede solitamente la stesura di una rosa di potenziali siti, un’operazione che segue criteri molto diversi: dalla distanza del sito dalla rete elettrica e dalle case vicine, fino alle problematiche ambientali. Una volta ridotto l’elenco, si può iniziare lo studio di fattibilità vero e proprio, il cui costo può variare da 500.000 a 1 milione di euro. Saranno chiamati esperti geotecnici e ambientali, nonché addetti all’assistenza idrologica e topografica, al fine di fornire una comprensione più dettagliata del luogo. Ma che dire dell’elemento fondamentale? «La campagna di misurazione fa parte del progetto», spiega Meerts. «Si tratta di posizionare un dispositivo di misurazione del vento in loco e di attendere un anno per raccogliere i dati. In tal modo gli sviluppatori possono farsi un’idea abbastanza verosimile dell’energia eolica, da cui possono partire per modellare e stabilire l’incertezza della risorsa.» Meerts sottolinea come stabilire la quantità di vento di una località è solo uno degli aspetti del processo. Altri vincoli sono la compatibilità con le normative ambientali, il monitoraggio degli impatti sulla biodiversità e, soprattutto, i pareri dell’opinione pubblica. Inoltre, l’infrastruttura, il sistema legale e la capacità di accesso ai dati di ogni paese sono diversi.
Sfruttare i dati per pianificare i parchi eolici
La buona notizia è che negli ultimi anni i progressi informatici hanno creato nuove opportunità per sfruttare più dati, consentendo così il possibile sviluppo di modelli più accurati e una maggiore chiarezza sul rischio. Se si eliminasse la necessità di trascorrere un anno nei siti potenziali per raccogliere dati sul vento, si otterrebbero risparmi significativi e un maggior numero di parchi eolici potrebbe ricevere il via libera alla costruzione. Un esempio di innovazione è rappresentato dal Virtual Met Mast. Questa soluzione automatizzata per la generazione di dati e analisi delle risorse eoliche, che è stata sviluppata nell’ambito del progetto WindSider, finanziato dall’UE, si avvale dell'impiego dei dati meteorologici raccolti negli ultimi due decenni. Combinando la modellazione numerica con l’apprendimento profondo e i dati di osservazione della Terra all’avanguardia provenienti dalle missioni Sentinel di Copernicus, il Virtual Met Mast genera dati sul vento validi nel lungo periodo. L’idea è che gli sviluppatori possano utilizzare queste informazioni per analizzare un maggior numero di siti, ridurre le opportunità mancate e ottimizzare le proiezioni più velocemente che mai. «C’è ancora molto lavoro da fare, ma il valore di progetti di ricerca pubblici come questo è che incoraggiano l’industria a unirsi per un obiettivo comune», aggiunge Meerts. Clicca qui per saperne di più sulla ricerca di Meerts: Generare dati eolici affidabili grazie all’IA e al cloud.
Parole chiave
WindSider, eolico, turbine, energia, rinnovabile, biodiversità, ambiente