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Monetary Economics and Communication: New Data, New Tools, New and Old Questions

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Dai tassi di interesse alle parole: la trasformazione della politica monetaria

Il potere della comunicazione nella politica monetaria è stato evidente durante la crisi finanziaria globale del 2008, quando le banche centrali hanno ridotto in modo efficace i tassi di interesse semplicemente facendo riferimento a cambiamenti da applicare nel futuro, prima di metterli in atto effettivamente.

Le decisioni in materia di politica monetaria, e principalmente quelle volte a stabilire i tassi di interesse, erano un tempo un’attività che si svolgeva dietro le quinte. Oggi, tuttavia, questi processi sono sempre più trasparenti e le banche centrali spiegano in modo chiaro le proprie ragioni agli investitori e al pubblico in generale. «Dato che queste comunicazioni sono entrate a far parte dell’odierno ciclo di notizie quotidiano, le reazioni degli investitori stessi influenzano le modalità d’impatto della politica monetaria sulle imprese e sulle famiglie», spiega Michael McMahon, docente presso l’Università di Oxford(si apre in una nuova finestra). Sebbene l’impostazione della politica monetaria e i suoi effetti costituiscano tuttora un ambito di rilievo nel campo della macroeconomia, la sua analisi si è in genere incentrata sui tassi di interesse in qualità di strumento chiave. Il progetto NewMonEc(si apre in una nuova finestra), finanziato dal Consiglio europeo della ricerca(si apre in una nuova finestra), ha utilizzato l’informatica e l’elaborazione del linguaggio naturale congiuntamente a metodi sperimentali al fine di studiare l’effetto esercitato da questo recente spostamento dell’attenzione, che dai tassi di interesse si è indirizzata alla comunicazione. «I nostri metodi e le raccomandazioni che forniamo non solo aumentano l’efficacia delle politiche monetarie, ma contribuiscono a mantenere, e persino a rafforzare, la fiducia nelle banche centrali», aggiunge McMahon.

Esplorare il potere delle parole nella comunicazione della politica monetaria

NewMonEc è stato guidato da due nuove metodologie empiriche, ovvero l’adozione e lo sviluppo di strumenti NLP integrati da valutazioni sperimentali dell’impatto generato da diversi messaggi sulla comprensione della politica monetaria da parte del pubblico. In quest’epoca di maggiore trasparenza, i dati sono stati ricavati dalle informazioni disponibili sui siti web delle banche centrali e gli strumenti basati sull’elaborazione del linguaggio naturale sono stati utilizzati al fine di analizzare le comunicazioni (come dati non strutturati) per identificare e categorizzare i concetti chiave. «Ciò ci ha consentito di studiare le modalità con cui l’incertezza dei responsabili delle politiche si è tradotta nelle loro preferenze politiche espresse, mettendo in particolare evidenza le variazioni temporali nel processo decisionale», spiega McMahon. «Uno dei risultati principali ha riguardato il fatto che la riduzione della complessità concettuale, ad esempio l’impiego di un minor numero di termini tecnici economici, influenza la comprensione e la fiducia in misura maggiore rispetto alla riduzione della complessità semantica, per esempio l’utilizzo di frasi più brevi e di parole più comuni», aggiunge McMahon.

Rilevanza nel recente passato: comprendere i tempi di incertezza

La politica monetaria non solo crea incertezza per le banche centrali, ma le spinge anche a reagire alla stessa e, dato che la letteratura in materia si concentra principalmente sul primo di questi casi, NewMonEc si è proposto di esplorare il secondo. McMahon ha utilizzato le delibere private del Federal Open Market Committee(si apre in una nuova finestra) (FOMC) della Federal Reserve (rese pubbliche dopo cinque anni) al fine di quantificare come viene percepita l’incertezza (stabilendo indici di diversi tipi), correlata alle reazioni politiche del FOMC stesso in ciascun caso. «Contrariamente ai comuni modelli di processo decisionale legato all’incertezza, sosteniamo che dalla metà degli anni ’80 al 2015 il FOMC si è concentrato sulle preoccupazioni in merito al rischio di forti aumenti dell’inflazione. Questa vigilanza, nonostante l’inflazione sia stata generalmente bassa e stabile durante questo periodo, ha effettivamente contribuito a controllarla», afferma McMahon.

Colmare il divario tra cittadini e tecnocrati

Secondo McMahon, se è vero che il miglioramento delle politiche va a vantaggio di tutti noi, altrettanto importante risulta la capacità di spiegare come quello che viene spesso percepito come arcano mondo della politica monetaria, insieme alle sue istituzioni tecnocratiche, abbia un impatto sulla vita quotidiana. «Mentre la Banca centrale europea ha condotto la sua revisione della strategia, ho tenuto un discorso a più di 300 banchieri centrali europei sulla necessità di comunicare con un pubblico più ampio, in modo da garantire che le raccomandazioni di NewMonEc su come migliorare la comunicazione con una sezione più ampia della società possano essere diffuse in tutta l’UE», conclude McMahon. McMahon sta ora lavorando al fine di comprendere il ruolo svolto dai media nella trasmissione di messaggi economici a un vasto pubblico, oltre ad approfondire ulteriormente il modo migliore per comunicare le questioni legate all’incertezza economica.

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