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Novel Echoes. Ancient Novelistic Receptions and Concepts of Fiction in Late Antique and Medieval Secular Narrative from East to West

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Approfondimenti sulla ricezione del romanzo nella tarda antichità e nel Medioevo

Un progetto di ricerca pionieristico ha portato alla luce nuovi indizi sulla ricezione di alcuni dei primi romanzi nella storia della narrativa.

Come venivano accolti i romanzi antichi nel primo millennio successivo alla loro stesura? Sebbene i primi romanzi risalgano ai primi secoli dell’era volgare, l’analisi della loro diffusione si estende principalmente all’XI e al XII secolo, generando una lacuna di conoscenza che determina l’incompletezza della nostra comprensione in merito alla narrativa e alla storia della finzione stessa. «Per le epoche precedenti, era (ed è) più difficile ricostruire la circolazione dei romanzi antichi (e della letteratura antica in generale) a causa della mancanza di fonti», spiega Koen De Temmerman(si apre in una nuova finestra), professore ordinario di Studi classici presso il Dipartimento di studi letterari dell’Università di Gand. «Sappiamo da tempo che i romanzi dell’antica Grecia, il principale oggetto di studio di questo progetto, venivano letti e copiati nel mondo greco medievale (Bisanzio) a partire dall’inizio del secondo millennio d.C.» I romanzi antichi erano scritti in greco o in latino, mentre prima del Medioevo esistevano solo su papiri; quelli che non vennero copiati su pergamena andarono persi per sempre. Per molto tempo le uniche informazioni a disposizione degli studiosi erano quelle scritte da autori successivi su questi romanzi; ciononostante, anche queste «testimonianze» erano poche e sporadiche. «Per alcuni studiosi, questo è motivo sufficiente per supporre che in tali epoche i romanzi antichi non venissero (ampiamente) letti», aggiunge De Temmerman. Nell’ambito del progetto NovelEchoes, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca(si apre in una nuova finestra) (CER) e seguito del progetto NOVELSAINTS, anch’esso finanziato dal CER, De Temmerman e i suoi colleghi hanno adottato un punto di partenza contrastante rispetto a tale visione. «La presenza di romanzi antichi nelle imitazioni e nei manoscritti bizantini è difficile da spiegare senza presupporre una circolazione preesistente», osserva De Temmerman. «Non possono essere spuntati dal nulla.»

Alla ricerca di indizi sulla prima circolazione dei romanzi

Grazie a fonti antiche limitate, il team si è prefissato di individuare e interpretare riferimenti impliciti, allusioni e citazioni da romanzi antichi all’interno di testi risalenti alla tarda antichità e all’alto Medioevo. Per catalogare i risultati, è stato creato un database online estremamente dettagliato, consultabile ed espandibile, che per la prima volta riporta riferimenti intertestuali e allusioni a romanzi antichi, nonché testimonianze. La ricerca ha identificato e interpretato molti riferimenti sconosciuti o ignorati a romanzi antichi in testi successivi di praticamente ogni genere, ampliando notevolmente la nostra conoscenza relativa alla loro ricezione. «In tal modo, abbiamo dimostrato che la ricezione del romanzo antico nella tarda antichità e nel Medioevo fino al XII secolo è molto più ampia di quanto ritenuto in precedenza dagli studiosi», afferma De Temmerman. Oltre al lavoro volto al fine di stabilire una metodologia solida per studiare la ricezione dei romanzi antichi, il team di NovelEchoes ha anche prodotto diverse edizioni critiche di testi narrativi inediti. «Una parte significativa del lavoro ha comportato la produzione di studi approfonditi volti a interpretare queste ricezioni appena scoperte», osserva De Temmerman, compresa l’analisi della storia della narrativa stessa.

Analisi di narrazioni risalenti a periodi inesplorati

«Ogni risposta fa sorgere nuove domande», aggiunge De Temmerman riferendosi al proseguimento della ricerca. «Con mia grande gioia, grazie al finanziamento del Consiglio fiammingo per la ricerca (FWO-Vlaanderen) sono già stati avviati due progetti di follow-up su scala inferiore, con l’obiettivo di esplorare nuove direzioni», afferma. Questi progetti si immergono in altri insiemi di narrazioni poco analizzate della tarda antichità e dell’alto Medioevo. «In un certo senso, il lavoro è appena iniziato», conclude De Temmerman.

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