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Contenuto archiviato il 2024-05-27

Genomic instability and radiation-induced cancer

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Induzione e trasmissione dell'instabilità genomica a seguito di irradiazione

Uno dei principali obiettivi del progetto RADINSTAB è stato studiare il rapporto fra l'induzione d'instabilità genomica e la dose di radiazione, l'intensità di dose e la sua qualità. I risultati ottenuti dovrebbero consentire un avanzamento dell'attuale ricerca sulla radioprotezione per ciò che concerne il rischio di cancerogenesi a basse dosi di raggi ionizzanti.

A seguito dell'esposizione a radiazioni ionizzanti, i danni biologici causati all'organismo sono dovuti principalmente al deposito di energia sul nucleo cellulare e al potenziale effetto sul DNA. Pertanto, i cambiamenti indotti dalle radiazioni si verificano durante la prima divisione cellulare, mentre il clone della cellula che induce mutazioni in geni specifici è responsabile degli effetti dannosi. Al di là di questi fatti già noti, una recente ricerca ha rivelato che anche a dosi molto basse si possono verificare effetti indiretti come l'instabilità genomica ed effetti "bystander" in cellule non irradiate. A causa di possibili incertezze nella dosimetria effettuata nell'ambito degli studi epidemiologici, è possibile considerare stime di rischio più basse. Quest'ultime hanno già suscitato crescenti controversie sull'adeguatezza delle misure di radioprotezione sia per il pubblico, sia per i lavoratori esposti alle radiazioni. D'altro canto, i modelli biologici sono in grado di fornire dati sia sugli effetti diretti delle radiazioni, sia su quelli non mirati che assumono un ruolo chiave alle basse dosi. Per tale ragione, i partecipanti al progetto si sono serviti di modelli cellulari e animali anziché di studi convenzionali di radiobiologia per analizzare gli effetti alle dosi molto basse. Il progetto RADINSTAB ha esaminato nel dettaglio due meccanismi che contribuiscono ampiamente alla risposta cellulare. Innanzitutto è stato dimostrato che l'effetto bystander, che segnala il danno causato dalle cellule bersagliate a quelle non bersagliate, alle basse dosi induce e mantiene l'instabilità genomica. In secondo luogo, l'iperradiosensibilità (Hyper-Radio Sensitivity - HRS) e la radioresistenza aumentata (Increased Radio Resistance - IRR) a basse dosi, che possono costituire un indice integrato del cambiamento della dose, influenzano il rapporto nell'ordine di 0,5-1 Gy di radiazioni a basso trasferimento lineare di energia (LET). Gli interessanti risultati ottenuti mostrano che vi è una notevole variazione nell'espressione di entrambi i meccanismi, mentre l'impatto delle dosi molto basse è più elevato di quanto si pensasse. Le linee cellulari con un marcato effetto bystander non mostrano una radioresistenza indotta e viceversa. Inoltre è possibile che le linee cellulari caratterizzate da un'ampia curva di risposta alla dose di radiazione non presentino HRS/IRR o effetti bystander. Tuttavia, si stanno ancora conducendo ricerche sulla base genetica di tale variabilità.

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