Miscelatore biodegradabile prodotto dalle alghe
Le alghe marine, principalmente del genere Ulva, sono diventate abitanti molto costosi delle coste europee. Ogni anno, nelle città costiere si devono raccogliere e smaltire circa 100 000 metri cubi di vegetazione. Le città costiere devono affrontare un ulteriore problema per cercare di conservare il proprio ecosistema marino e le spiagge: la presenza dei cosiddetti tensioattivi. Sono presenti solitamente nei detersivi e possono essere non biodegradabili, hanno quindi un impatto negativo sulla biodiversità. Un agente di superficie, o tensioattivo, è necessario in molti prodotti per mescolare sostanze immiscibili in modo che si dissolvano o dispergano nel mezzo principale. Le industrie alimentari e cosmetiche utilizzano queste molecole nei propri prodotti altrimenti il consumatore scoprirebbe che si separerebbero nei loro componenti. I detersivi hanno dei tensioattivi che li aiutano a dissolvere le molecole target come l'olio. Il problema è che la maggior parte di questi composti è sintetizzata chimicamente. I partner di progetto di un'azienda di cosmesi in Bretagna, Francia, hanno studiato la possibilità di raggiungere contemporaneamente i loro due obiettivi "verdi". Ovvero, utilizzare le alghe marine per produrre, su scala commerciale, un tensioattivo biodegradabile. Sono riusciti a sviluppare un processo che coinvolge la transesterificazione di estere metilico con i polisaccaridi. Sostanzialmente, questo comporta la sostituzione di una parte centrale della molecola di estere con i polisaccaridi provenienti dalle alghe marine. Non sono stati utilizzati solventi durante il processo, anche se sono stati utilizzati solventi attentamente selezionati come estrattori durante le fasi finali. Una miscela di sapone è stata usata come catalizzatore per velocizzare il processo. Durante il processo sono stati attentamente monitorati e ottimizzati parametri quali la temperatura, il tempo di reazione e la quantità di catalizzatore. Il prodotto finale era un tipo di gel di polisaccaridi biodegradabili innestati con colore e proprietà accettabili per l'uso commerciale. Le molecole tensioattive di origine biologica si possono poi produrre dall'Ulva, un substrato rinnovabile ed economico. Questo tensioattivo biologico è prontamente biodegradabile e potrebbe essere in grado di sostituire la sua controparte chimica. Il prodotto sviluppato è ora brevettato e pronto per essere applicato nell'industria cosmetica e farmaceutica.