Un trattamento non tossico del legno promettente per le PMI
Fino a tempi recenti, per trattare il legname da utilizzare in ambienti esterni si impiegavano sostanze tossiche come l'arsenico, ora vietate. Un nuovo trattamento non tossico che estende la durata del legno consente ora a varie migliaia di piccole e medie imprese (PMI) di sfruttare l'interesse rapidamente crescente verso questo materiale. Per potenziare la competitività del legno in edilizia, è necessario debellare le minacce costituite da umidità, parassiti e malattie fungine, senza mettere in pericolo gli operatori professionali del settore legno o l'ambiente. La sfida è stata raccolta dai partecipanti al progetto Surfasam ("Innovative 'green wood treatment' to achieve Risk Class4 protection"), che ha ricevuto un finanziamento dall'EU. È stato profuso un grande impegno per selezionare i tipi giusti di legno da sottoporre a test con una varietà di nuovi trattamenti accettabili dal punto di visto ecologico. Tra i criteri di inclusione rientravano la disponibilità di scorte sufficienti in Europa, l'utilizzabilità in applicazioni edilizie e l'idoneità rispetto a protocolli di test standardizzati. Per le sperimentazioni Surfasam sono state selezionate sia angiosperme che conifere. Dopo un periodo di trattamento a temperatura costante, si è proceduto a impregnare pezzi di dimensione variabile di quercia, faggio, pino silvestre e abete rosso con una serie di trattamenti diversi. I nuovi trattamenti sono stati sviluppati impiegando ingredienti naturali, vale a dire olio di girasole e di colza, ricchi rispettivamente di acido linoleico e oleico. Dalle sperimentazioni è emerso che tali alternative ecologiche possono fornire un livello di protezione di classe 4, simile alla protezione fornita dai tradizionali prodotti di solfito alcalino con antrachinone e metanolo (ASAM). Si prevede che gli sviluppi del progetto daranno impulso a migliaia di PMI coinvolte nella catena logistica del legname in Europa.