Skip to main content
Vai all'homepage della Commissione europea (si apre in una nuova finestra)
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Contenuto archiviato il 2024-04-23

Article available in the following languages:

Articoli di approfondimento - Quei segnali chiacchieroni che dicono chi siamo

Dimenticate le impronte digitali o il riconoscimento dell'iride, per individuare le caratteristiche uniche può essere analizzato il modo in cui camminiamo o muoviamo le mani, o persino il nostro battito cardiaco. Alcuni ricercatori finanziati dall'UE stanno cercando modi in cui questa nuova tecnologia potrebbe proteggere la nostra sicurezza e rendere il controllo dell'identità meno vistoso e più preciso.

I codici PIN e le impronte digitali possono sembrare sistemi di identificazione sicuri, ma in realtà sono facili da ottenere abusivamente. La comunità criminale ha scoperto che è fin troppo semplice rubare i codici PIN usando semplicemente una videocamera, riproduttori di carte o la punta di un coltello allo sportello bancomat. Anche James Bond è famoso per aver imbrogliato un avversario facendogli credere di essere qualcun'altro indossando "impronte digitali false". L'uso dell'identificazione biometrica (che usa le proprietà e le caratteristiche uniche di un individuo per identificarlo) continua a guadagnare popolarità. I controlli dei moderni passaporti elettronici usano il riconoscimento del viso, ma anche la scansione dell'iride è stata testata in alcuni aeroporti. Prendendo in considerazione il crescente mercato per identificazioni biometriche meno vistose, il progetto Actibio ("Unobtrusive authentication using activity related and soft biometrics") è stato in parte finanziato dall'UE per studiare se caratteristiche più dinamiche, come il modo in cui camminiamo, parliamo o rispondiamo a stimoli precisi, potrebbe essere usato per i processi di riconoscimento dell'utente. "Siamo tutti così unici," osserva il dott. Dimitrios Tzovaras, che coordina Actibio. Ma non sono solo il nostro aspetto e le nostre caratteristiche fisiche che ci distinguono. Il modo in cui ci muoviamo e reagiamo, il ritmo e la forma del battito cardiaco, tutte queste cose hanno caratteristiche uniche. Il nostro progetto è uno dei primi a esaminare seriamente queste caratteristiche più dinamiche per trovare modi di rilevare queste caratteristiche uniche che dicono in modo categorico che siamo noi e non qualcun'altro." Il progetto si basa sulle scoperte del suo predecessore, il progetto Humabio, che ha dimostrato la fattibilità di usare la biometrica multimodale comportamentale e fisiologica per un'autenticazione affidabile dell'utente. Actibio adesso sta usando e rifinendo gli algoritmi sviluppati dal team di Humabio e li sta testando in diverse applicazioni reali sul posto di lavoro e nel campo della sicurezza. "Abbiamo testato le nostre tecnologie con oltre 100 volontari in diversi ambienti come veicoli e stanze di controllo. Finora i risultati sono stati molto incoraggianti," osserva il dott. Tzovaras. "Abbiamo scoperto che l'uso di queste misure biometriche "soft" migliorano realmente il tasso di riconoscimento quando esse vengono associate con gli esistenti sistemi biometrici." Il dott. Tzovaras dice che usando questa tecnologia insieme al riconoscimento del viso si potrebbe potenziare la sicurezza nelle banche e agli sportelli bancomat, per esempio. I visi dovrebbero essere scannerizzati allo sportello della banca o del bancomat, ma anche il modo in cui una persona cammina fino allo sportello dovrebbe essere esaminato diventando così un ulteriore fattore per verificare l'identità dell'utente. Il progetto sta inoltre testando uno speciale sedile o cuscino che si può mettere nella cabina di un camion, per esempio, e che si può usare per estrarre i cosiddetti "profili antropometrici" basati sulla distribuzione del peso dell'utente sulla seduta e sul modo in cui il rivestimento della seduta si deforma. Queste misurazioni si possono poi usare per identificare il guidatore. Questo renderebbe impossibile dirottare o rubare il veicolo. Ovviamente questi sistemi biometrici devono essere prima "istruiti", per esempio per riconoscere cosa distingue la propria andatura da quella di tutti gli altri. In pratica saremo filmati mentre camminiamo in condizioni molto controllate. Il software di analisi dell'immagine può monitorare le articolazioni del nostro corpo quando ci muoviamo, gli algoritmi di Actibio quindi cercano le caratteristiche distintive di questo movimento. "A prima vista i risultati dei nostri esperimenti di riconoscimento dinamico non sembrano particolarmente notevoli di per sé. Hanno un tasso di errore pari a circa il 3%, il che significa che si identificano in modo scorretto circa 3 persone su 100," dice il dott. Tzovaras, "ma questo è un miglioramento rivoluzionario per il riconoscimento dinamico e se riuniamo i sistemi biometrici dinamici e statici il tasso di errore scende a zero, l'identificazione è corretta ogni volta. Possiamo vedere molte applicazioni eccellenti per identificare le persone e controllare il loro comportamento senza essere invasivi o interrompere ciò che stanno facendo." Il progetto Actibio ha ricevuto 3,2 milioni di euro (del bilancio totale di 4,4 milioni di euro) di finanziamenti per la ricerca nell'ambito del programma delle TIC del Settimo programma quadro (7° PQ) dell'UE. Link utili: - Sito web del progetto "Unobtrusive authentication using activity related and soft biometrics"(si apre in una nuova finestra) - Scheda informativa del progetto Actibio su CORDIS(si apre in una nuova finestra) - Sito web del progetto Humabio(si apre in una nuova finestra) Articoli correlati: - La carta d'identità elettronica diventa una realtà nell'UE - Riflettori accesi sui progetti UE dedicati a fiducia e sicurezza - Progetto UE per la creazione di un'infrastruttura europea di verifica delle tecnologie biometriche

Il mio fascicolo 0 0