Nuova tecnologia per il controllo dei reattori nucleari
L'energia nucleare offre molti vantaggi rispetto all'energia derivata dai combustibili fossili, e gli incidenti sono rari. Tuttavia, quando avvengono, gli incidenti possono essere piuttosto pericolosi a causa dei rischi radioattivi associati al materiale nucleare. I contenitori a pressione dei reattori (RPV) sono parte integrante di un impianto nucleare. Sono contenitori cilindrici a pareti spesse composte da piastre di acciaio saldate insieme. Gli RPV ospitano il nucleo del reattore e il refrigerante. Il nucleo contiene il combustibile radioattivo ed è il luogo in cui si verifica la reazione nucleare, che genera un'enorme quantità di calore. Il refrigerante viene utilizzato per rimuovere il calore e trasferirlo ai generatori elettrici e all'ambiente. Gli RPV con il passare del tempo diventano fragili e suscettibili a rottura. Il controllo non distruttivo (NDT) viene utilizzato per individuare i difetti prima che possano causare incidenti potenzialmente catastrofici, ma i metodi convenzionali presentano numerose limitazioni. I robot sono pesanti, costosi e difficili da maneggiare, il che porta a un processo che richiede molto tempo e che sconvolge le altre attività dell'impianto. I sensori sono posizionati in "contenitori sonda" per il controllo di ampie zone, ma la necessità di sostituzioni frequenti di questi ultimi aumenta i tempi di controllo. Inoltre, gli errori di rilevamento spesso portano all'intervento manuale, aumentando il tempo e i costi e sottoponendo i lavoratori all'esposizione a materiali potenzialmente pericolosi. I ricercatori europei hanno avviato il progetto Rimini per sviluppare la tecnologia NDT, riducendo la durata del controllo e quindi i costi, e migliorando la sicurezza e l'affidabilità del processo di controllo e i risultati. Il team del progetto Rimini ha sviluppato e adattato numerose tecniche e tecnologie NDT, compreso il software di modellamento Phased-Array, la strumentazione Phased-Array a 128 canali, un sistema di misurazione a campo di corrente alternata (ACFM), un robot scala-pareti e un braccio robotico estensibile. Nell'insieme, la tecnologia del progetto Rimini dovrebbe aumentare i tempi di controllo, ridurre l'esposizione alle radiazioni pericolose e migliorare il rilevamento dei difetti con le tecniche NDT progettate per il controllo degli RPV.