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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Secondo l'UEB, il protocollo di Londra è un trampolino di lancio per il brevetto comunitario

Il presidente dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB), il professor Alain Pompidou, ha dichiarato che il completamento del protocollo di Londra rappresenterà un importante passo avanti verso il "brevetto comunitario", sostenuto dalla Commissione europea, che potrebbe determina...

Il presidente dell'Ufficio europeo dei brevetti (UEB), il professor Alain Pompidou, ha dichiarato che il completamento del protocollo di Londra rappresenterà un importante passo avanti verso il "brevetto comunitario", sostenuto dalla Commissione europea, che potrebbe determinare in ultima analisi un taglio dei costi dei brevetti in tutta Europa. Tale passo incentiverebbe la diffusione dei brevetti tra le piccole e medie imprese (PMI) e costituirebbe parte integrante dello sforzo europeo in generale nei confronti dell'innovazione. Il professor Pompidou è intervenuto in risposta all'audizione pubblica dell'UEB tenutasi mercoledì 12 luglio. Ha dichiarato di ritenere imminente la ratifica del protocollo di Londra da parte della Francia, che costituirebbe il punto di partenza per ridurre il numero delle lingue essenziali per i brevetti dell'UEB. Il protocollo di Londra consente ai paesi firmatari di presentare le domande di brevetto soltanto in tre lingue: inglese, francese e tedesco. Il protocollo di Londra necessita della ratifica di almeno otto Stati, tra cui Francia, Germania e Regno Unito. Ad oggi, "dieci Stati, tra cui Germania e Regno Unito, hanno approvato l'accordo in sede parlamentare, e sette hanno già depositato i loro strumenti di ratifica", ha osservato il professor Pompidou. La Francia non ha ancora ratificato il trattato, tuttavia il presidente dell'UEB si è detto "fiducioso che anche il governo francese compirà a breve i passi necessari per la ratifica". Le traduzioni possono rappresentare addirittura il 20 per cento dei costi totali del brevetto europeo. Limitare il numero di lingue a tre potrebbe ridurre i costi di traduzione di circa il 45 per cento, ha dichiarato il professor Pompidou, fino a 3.000 euro a domanda. "I risparmi per il settore sarebbero notevoli", ha dichiarato. L'UEB ha preso in esame 128.000 domande di brevetto nel 2005. Rendere i brevetti più economici, più accessibili e qualitativamente migliori è essenziale per promuovere l'innovazione in Europa. Mentre le imprese più grandi possono far fronte al sistema dei brevetti da paese a paese, che è lungo e costoso, molte PMI non possono permetterselo e la loro proprietà intellettuale non viene pertanto tutelata. Poiché le PMI sono spesso altamente innovative, tale sistema può rivelarsi dannoso per la crescita generale in Europa. "Dei 34.000 richiedenti registrati nel 2005, nove su 10 hanno presentato da una a cinque domande di brevetto. Nella maggior parte dei casi si trattava di PMI", ha dichiarato. Il numero più consistente riguardava aree quali l'ingegneria, l'elettronica, la chimica e l'ottica. L'UEB propone inoltre di elevare la qualità dei brevetti europei. "All'UEB preme che la qualità assuma un'importanza centrale. È necessario un processo di qualità per evitare brevetti insignificanti e dobbiamo poter contare sulla maggiore certezza del diritto nella procedura di approvazione", ha osservato il professor Pompidou. Ha proposto un sistema europeo di qualità per monitorare la qualità dei brevetti europei, metodo che presupporrebbe la partecipazione degli uffici nazionali dei brevetti. "L'UEB è disponibile a esaminare eventuali riscontri e suggerimenti per migliorare la qualità e soddisfare le esigenze degli utenti", ha osservato. Si potrebbero realizzare ulteriori risparmi se venisse tradotto in realtà l'accordo sulla risoluzione delle controversie in materia di brevetti europei (EPLA - European Patent Litigation Agreement). L'organo in questione dirimerebbe le controversie, compito attualmente svolto a livello nazionale. L'EPLA si farebbe carico del contenzioso attualmente in atto nei singoli Stati membri dell'UEB - attualmente 31. "L'EPLA dev'essere sottoposto a una conferenza intergovernativa per procedere quanto prima a una sua celere approvazione", ha affermato. Del sistema EPLA potrebbe anche far parte un organo giurisdizionale. Voci di corridoio indicano Parigi come prima scelta per tale tribunale. "Si tratta di una problematica politica da risolvere come ultima cosa. Parigi, Lussemburgo e l'Aia sono tutte alternative possibili. Queste voci mi giungono nuove", ha commentato Wim Van der Eijk, direttore responsabile dell'UEB per gli affari legali internazionali e il diritto in materia di brevetti. La ratifica dell�accordo EPLA potrebbe addirittura coincidere con la Presidenza tedesca dell'UE, ha dichiarato il professor Pompidou. Le proposte dell'UEB sono attualmente all'esame della Commissione europea, che potrebbe indire una conferenza diplomatica per approvarle invece di passare attraverso il Parlamento europeo. La maggior parte delle PMI dell'UE gradirebbe l'introduzione di un brevetto comunitario. Nel corso dell'audizione pubblica del 12 luglio, Maria Cimaglia, consulente per le questioni legali presso l'UEAPME, l'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese, ha dichiarato che un sistema legale centralizzato, quale l'EPLA proposto, potrebbe essere utile per le PMI. Ritiene tuttavia che le restrizioni linguistiche andrebbero estese per diminuire ulteriormente i costi, e che l'introduzione di un brevetto europeo dovrebbe costituire una priorità assoluta: "a nostro avviso dovrebbe essere scelto l'inglese come lingua ufficiale della procedura, in quanto rappresenta già la lingua universale nel campo dei brevetti. Come soluzione alternativa, le domande di brevetto potrebbero essere compilate in una qualsiasi delle lingue dell'Unione e le rivendicazioni potrebbero poi essere tradotte in inglese", ha proposto. Il professor Pompidou ha dichiarato categoricamente: "L'UEB è favorevole al brevetto comunitario, un brevetto comunitario adeguato, funzionante ed efficiente sotto il profilo dei costi", ha ribadito. Reputa che sia importante non scendere a compromessi sul concetto e mantenerlo "forte". Il salto da 21 a tre lingue sarà un primo passo importante. "Se verrà adottato il protocollo di Londra, la questione delle tre lingue sarà utile per preparare il terreno a un nuovo brevetto comunitario. L'UEB è disposta a impegnarsi a favore di un brevetto europeo, in collaborazione con gli uffici nazionali, se ciò soddisferà l'esigenza di innovazione e diffusione tra le piccole e medie imprese", ha affermato. L'UEB concede brevetti a organismi che hanno sede negli Stati - attualmente 31 - che hanno sottoscritto la Convenzione sul brevetto europeo, entrata in vigore il 7 ottobre 1977. Le attività dell'UEB sono soggette alla supervisione del Consiglio amministrativo dell'organizzazione, composto da delegati degli Stati contraenti. L'audizione pubblica del 12 luglio aveva come obiettivo la definizione di un orientamento per il futuro dell�UEB.

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