Come progettare strutture residenziali assistite
La relazione del 2012 sull'invecchiamento "2012 Ageing Report: Underlying Assumptions and Projection Methodologies" (Relazione del 2012 sull'invecchiamento: presupposti di base e metodologie di proiezione) sostiene la necessità di fornire assistenza alle persone che non hanno condizioni di salute croniche ma che presentano limitazioni, supportandole nello svolgimento di alcuni compiti, come ad esempio vestirsi e lavarsi, e di attività strumentali della vita quotidiana, come la spesa, presso la propria abitazione e in strutture gestite dalla comunità locale. Con l'aumento dei costi necessari per fornire l'assistenza domiciliare, le strutture di residenza assistita sono destinate a rappresentare un'alternativa sempre più interessante. In questo momento, tuttavia, non sono ancora disponibili criteri definiti che permettano di valutarle, per comprendere chiaramente se contribuiscono alla salute e al benessere dei residenti. Il progetto DESIGN HEALS ("Design heals: Investigating design guidelines for healthy assisted living settings"), finanziato dall'UE, ha colmato questa carenza, esaminando il collegamento esistente tra l'ambiente delle strutture residenziali assistite e il benessere degli adulti anziati cognitivamente intatti. Lo studio ha utilizzato una metodologia di analisi di vari casi, prendendo in considerazione le dimensioni di ogni struttura, la disposizione degli spazi, le distanze da percorrere a piedi tra le camere dei residenti e le aree comuni, l'accessibilità e i servizi disponibili nel territorio circostante. Il team ha raccolto i risultati riguardanti il benessere attraverso osservazioni strutturate delle interazioni sociali e degli utilizzi degli spazi comuni da parte dei residenti, utilizzando un software per la gestione delle informazioni geografiche che ha registrato l'ubicazione e il comportamento dei residenti nelle aree sociali. Gli anziani sono stati intervistati sulle loro percezioni a proposito della struttura e della zona circostante. Agli addetti all'assistenza è stato chiesto di fornire informazioni non mediche e valutazioni comportamentali su ogni residente. Nel complesso, i ricercatori hanno raccolto 189 indagini e 432 mappe comportamentali presso 18 strutture di dimensioni diverse. I risultati mostrano che l'uso delle aree sociali e delle zone esterne è maggiore da parte delle persone che vivono in strutture di piccole e medie dimensioni. L'uso delle aree sociali dipende anche dalla distanza che occorre percorrere a piedi per raggiungerle dalle camere da letto. I residenti che condividevano la camera con altri ospiti sono risultati più impegnati di quelli che occupano camere singole. Lo studio ha fornito linee guida fondate sul evidenze per la modifica e la progettazione delle strutture di residenza assistita e ha dimostrato l'affidabilità degli strumenti di valutazione utilizzati. I risultati raccolti sono significativi e aiuteranno a realizzare strutture che favoriscano il benessere dei residenti.