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Le emittenti europee rispettano gli obblighi in materia di quote televisive

Da una relazione recentemente adottata dalla Commissione è emerso che vari Stati membri hanno riservato alle opere europee un tempo di trasmissione maggiore rispetto a quanto stabilito dalla Commissione stessa nella direttiva "Televisione senza frontiere". La maggior parte de...

Da una relazione recentemente adottata dalla Commissione è emerso che vari Stati membri hanno riservato alle opere europee un tempo di trasmissione maggiore rispetto a quanto stabilito dalla Commissione stessa nella direttiva "Televisione senza frontiere". La maggior parte degli Stati membri ha infatti varato normative più rigorose di quanto previsto dalla stessa direttiva e la quarta relazione sull'applicazione delle disposizioni della direttiva constata che, durante il periodo 1997-1998, è stato raggiunto l'obiettivo di riservare la maggior parte del tempo di trasmissione alle opere europee. La direttiva stabilisce che almeno il 50 per cento del tempo di trasmissione debba essere dedicato alle opere europee, riservando un minimo del 10 per cento del tempo di trasmissione, o il 10 per cento del bilancio destinato alla programmazione, a opere realizzate da produttori indipendenti. La relazione ha riscontrato, fra il periodo 1997-'98 e il periodo precedente, un aumento della diffusione di opere europee. La media di trasmissione di tali opere da parte delle reti principali oscillava tra il 50 e l'80 per cento, ad eccezione del Portogallo, la cui percentuale era pari al 43 per cento. Le principali emittenti tedesche, francesi e italiane hanno trasmesso circa il 70 per cento di opere europee. Anche l'offerta televisiva europea è in aumento (da 220 emittenti nel 1996 si è passati a 360 alla fine del 1998) e ciò consente alla maggior parte delle emittenti di adempiere alle disposizioni della direttiva in materia di produzioni indipendenti. Le emittenti che non hanno potuto raggiungere le quote stabilite dalla direttiva hanno addotto a motivazione la giovinezza di alcune di esse e la conseguente fragilità finanziaria, che le porta a scegliere programmi non europei, nonché la difficoltà, per le emittenti tematiche, di reperire o produrre opere europee. La Commissione prevede che il riassorbimento del divario tra il Portogallo e gli altri Stati membri per quanto riguarda la trasmissione di opere europee verrà confermato dai risultati del 1999. Tale divario, da attribuire alla televisione privata, si spiega con la debolezza della produzione portoghese rispetto alla concorrenza delle opere provenienti dal Brasile. Nel 2002 la Commissione procederà ad un riesame dell'apparato normativo della direttiva "Televisione senza frontiere", per il quale saranno consultate tutte le parti interessate.

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