Vaccini contro le coinfezioni HIV-HCV
La terapia antiretrovirale combinata ha portato a drastici miglioramenti nell’aspettativa di vita delle persone con infezione da HIV, ma la coinfezione con HCV resta una sfida importante. L’HCV è una delle principali cause di patologia epatica cronica in tutto il mondo, ed è un’importante causa di decesso nelle persone coinfettate con HIV. Per affrontare questo problema sanitario, gli scienziati del progetto PEACHI(si apre in una nuova finestra), finanziato dall’UE, stanno sviluppando vaccini per prevenire HCV, HIV-1 e coinfezione. Stanno utilizzando la tecnologia dei vettori con adenovirus simian e virus vaccinici Ankara modificati per stimolare potenti risposte immunitarie per HIV-1 e HCV. I vaccini sono stati progettati per concentrare la risposta immunitaria verso regioni conservate all’interno di HIV-1 e regioni ricche di epitopi all’interno delle proteine non strutturali di HCV. I ricercatori valuteranno sicurezza ed efficacia di questi vaccini prima su individui sani senza infezioni da HIV-1 né HCV, poi su adulti HIV-1 positivi non infettati da HCV che ricevono terapia antiretrovirale (ART). Per valutare la qualità delle risposte delle cellule T indotte dai vaccini saranno eseguite analisi su singole cellule. Il consorzio PEACHI sta lavorando anche a una nuova tecnologia di vaccino che mira a migliorare l’immunogenicità dei vaccini esistenti. Il suo approccio prevede l’impiego di un adiuvante codificato tramite vaccino, la catena invariante associata all’antigene leucocitario umano (HLA) di classe II, che è fuso con le proteine di HCV e favorisce la presentazione dell’antigene HCV. Gli scienziati di PEACHI si sono inizialmente concentrati sullo sviluppo dei vaccini e il perfezionamento dei protocolli delle sperimentazioni cliniche, oltre alla formazione sulle buone pratiche cliniche, le tecniche di laboratorio e le procedure operative standard. Sono in corso attività per sviluppare e ottimizzare nuovi saggi immunologici per l’analisi dei campioni dalle sperimentazioni cliniche. Queste dovrebbero contribuire in modo significativo agli obiettivi del progetto e potrebbero aprire nuove strade per la ricerca sul controllo immunitario delle infezioni da HIV-1 e HCV.