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Contenuto archiviato il 2024-06-18

Targeting Inflammation and Neurogenesis using cannabinoids to delay the onset of Alzheimer’s disease

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WIN per l’Alzheimer

L’Alzheimer è la forma di neurodegenerazione collegata all’invecchiamento a maggiore prevalenza. Con l’aumento dell’aspettativa di vita si prevede un aumento dell’incidenza della malattia, con conseguente necessità di nuovi farmaci per ritardare l’insorgere della malattia.

Sempre più evidenza indica che i processi infiammatori eccessivi sono tra i primi eventi nella patofisiologia dell’Alzheimer. Gli scienziati ritengono che fermando o anche solo rallentando questi processi la funzione cerebrale sarebbe mantenuta più a lungo , e si ritarderebbe l’insorgenza dei sintomi della malattia. Il progetto NGINFAD (Targeting Inflammation and Neurogenesis using cannabinoids to delay the onset of Alzheimer’s disease), finanziato dall’UE, ha studiato la possibile influenza dell’infiammazione cronica e della sua regolazione farmacologica sull’Alzheimer. Questo lavoro si basava su una precedente esperienza in cui il sistema endocannabinoide (ES) era stato stimolato in ratti di età avanzata tramite il composto sintetico WIN, al fine di ridurre la neuroinfiammazione e preservare la cognizione. L’ES è responsabile tra l’altro dell’umore e della memoria. Gli scienziati di NGINFAD hanno ipotizzato che un approccio simile potrebbe essere benefico per il trattamento dell’Alzheimer. Gli scienziati hanno utilizzato un modello murino che invecchiando sintetizza la maggior parte dei sintomi patologici e delle disfunzioni comportamentali dell’Alzheimer. I sintomi includono accumulo di beta amiloide, neuroinfiammazione, morte neuronale e deficit di apprendimento. Hanno isolato astrociti e cellule gliali dai cervelli dei topi e li hanno trattati ex vivo con WIN, scoprendo una riduzione significativa della risposta infiammatoria delle cellule gliali. In vivo il trattamento con WIN sembrava esercitare l’effetto opposto. In generale l’infusione di WIN causava reattività gliale, espressione delle principali citochine infiammatorie (IL-1β, TNF-α) e livelli più alti degli oligomeri neurotossici Aβ. Ciò indica chiaramente che la stimolazione dell’ES aggrava la patologia dell’Alzheimer. Nel loro insieme le scoperte dello studio NGINFAD suggeriscono che gli effetti della somministrazione di WIN in condizioni patologiche potrebbero differire da quelli indotti durante l’invecchiamento fisiologico. Queste differenze potrebbero inoltre essere attribuite ai diversi modelli di malattia utilizzati in ogni studio. È possibile che ES crei una sinergia con la neuroinfiammazione, causando infine un’esacerbazione della patologia dell’Alzheimer.

Parole chiave

WIN, Alzheimer, sistema endocannabinoide, neuroinfiammazione, reazione gliale, 5XFAD, beta amiloide

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