L’andatura e i suoi collegamenti con la predisposizione all’osteoartrite
I team che hanno lavorato al progetto GAIT-2-OA (Can biomechanical measurements of joints predict severity of osteoarthritis?) hanno scoperto recentemente che i ceppi di ratti soggetti all’OA hanno difficoltà crescenti a svolgere le attività di routine con l’avanzare dell’età e della malattia. I ricercatori hanno quindi studiato alcuni test per valutare se gli indici di asimmetria e di sbilanciamento possono essere utilizzati per prevedere l’incapacità di svolgere le attività di routine nei ratti soggetti a sviluppo di OA (Str/ort). I ricercatori hanno confrontato ratti non soggetti a OA (ratti CBA) con altri che invece lo erano (Str/ort), misurando nel tempo parametri spaziali relativi all’andatura, come i tempi di oscillazione, frenata, accelerazione e postura, la lunghezza e la frequenza del passo e gli indici riguardanti l’area delle zampe. Questi parametri sono poi stati utilizzati per calcolare un indice e un rapporto di simmetria tra gli arti di destra e di sinistra in diagonale. È stato inoltre definito un indice di moderazione dell’andatura (GMI, Gait moderation index) come misura non bilanciata tra arti antero-posteriori controlaterali (arti diagonali), utilizzando i modelli per valutare le differenze nella simmetria dell’andatura tra ratti CBA e Str/ort. Nel complesso, i dati suggeriscono che l’asimmetria degli arti posteriori è più strettamente correlata allo sviluppo di OA, ma che quella degli arti anteriori ne bilancia gli effetti. I ricercatori, inoltre, hanno convalidato l’utilizzo della capacità di oscillazione, l’asimmetria del rapporto di postura e il GMI dell’area delle zampe come marcatori precoci di OA. L’identificazione di nuovi metodi statisticamente robusti e definiti per la rilevazione dell’OA che abbiano anche caratteristiche di non invasività potrà cambiare la direzione della ricerca in questo settore e accelerare anche lo sviluppo di nuove terapie.