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La Commissione propone l'attuazione a livello comunitario del protocollo di Cartagena sulla biosicurezza

Una regolamentazione sui movimenti transfrontalieri degli organismi geneticamente modificati (OGM) verrà proposta dalla Commissione europea allo scopo di fissare, a livello internazionale, misure di sicurezza per il loro trasferimento, trattamento e uso. La proposta servirà ad...

Una regolamentazione sui movimenti transfrontalieri degli organismi geneticamente modificati (OGM) verrà proposta dalla Commissione europea allo scopo di fissare, a livello internazionale, misure di sicurezza per il loro trasferimento, trattamento e uso. La proposta servirà ad integrare nella legislazione dell'UE le disposizioni del protocollo di Cartagena delle Nazioni Unite sulla sicurezza biologica. L'UE ha svolto un ruolo chiave nella risoluzione di detto protocollo e sta preparando, in parallelo, una proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione del protocollo sulla biosicurezza, con l'obiettivo di garantirne la ratifica da parte dell'Unione europea. La proposta della Commissione, che rientra nel quadro giuridico dell'UE sulle biotecnologie, prevede norme per l'attuazione delle disposizioni del protocollo e integra la legislazione esistente dell'UE in materia di biotecnologie, soprattutto per quanto riguarda gli obblighi dell'esportatore e la scambio di informazioni a livello internazionale. Essa non prevede modifiche al quadro giuridico esistente in materia di OGM, in quanto si è dimostrato coerente con le disposizioni del protocollo. La proposta della Commissione contiene tre elementi principali, tra cui l'obbligo di notifica per l'esportazione di OGM destinati alla deliberata emissione nell'ambiente e l'introduzione di un obbligo all'informazione internazionale sulle pratiche, sulla legislazione e sulle decisioni dell'UE in materia di OGM. Tale obbligo impone regole per l'identificazione degli OGM destinati all'esportazione, in linea con la proposta di etichettatura e rintracciabilità degli organismi transgenici presentata dalla Commissione europea. Il protocollo autorizza l'Unione europea, in qualità di importatore di OGM, ad avvalersi della legislazione comunitaria esistente nella misura in cui si dimostri coerente con i requisiti del protocollo stesso. L'unica eccezione è costituita dai movimenti transfrontalieri di OGM, a cui si applicano le norme del protocollo relative all'informazione. Il protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, adottato nel gennaio 2000, rappresenta un accordo supplementare della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica. Il documento punta a garantire il trasferimento, il trattamento e l'uso sicuro degli OGM, considerando in particolare la tutela della diversità biologica e della salute umana. Esso stabilisce una procedura volta a garantire che i paesi ricevano tutti i dati necessari per prendere decisioni informate prima di autorizzare l'importazione di OGM nel loro territorio. Il protocollo è particolarmente utile per i paesi in via di sviluppo, perché consente loro di decidere quali colture geneticamente modificate intendono importare. Il protocollo è stato firmato da 107 parti e finora ratificato da 11. Occorrono almeno 50 ratifiche perché il documento entri in vigore.

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