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Pubblicare o brevettare? Uno studio dell'UE analizza il dilemma degli scienziati

Uno studio pubblicato dalla Commissione europea ha rivelato che gli accademici sono favorevoli alla protezione dei risultati scientifici sin dalla loro prima pubblicazione (quando non sono ancora protetti da alcun brevetto), mentre l'industria è contraria e le PMI rimangono di...

Uno studio pubblicato dalla Commissione europea ha rivelato che gli accademici sono favorevoli alla protezione dei risultati scientifici sin dalla loro prima pubblicazione (quando non sono ancora protetti da alcun brevetto), mentre l'industria è contraria e le PMI rimangono divise sulla questione. L'indagine, realizzata dalle DG "Ricerca" e "Mercato interno" della Commissione europea, è stata commissionata conformemente alla direttiva della CE sulla "Protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche", la quale stabilisce che la Commissione debba stendere una relazione di valutazione delle implicazioni, per la ricerca in materia di ingegneria genetica, della mancata o tardiva pubblicazione di documenti dedicati ad argomenti potenzialmente oggetto di brevetto. Talvolta, gli istituti di ricerca, le università e le piccole società di biotecnologia vorrebbero inoltrare le proprie richieste di brevetto, ma allo stesso tempo hanno necessità di rendere noti, quanto prima, i risultati della propria ricerca alla comunità scientifica e agli investitori. Il dilemma fra protezione e pubblicazione può causare un ritardo nella divulgazione dei risultati scientifici, rallentando la diffusione delle conoscenze scientifiche e, di conseguenza, il progresso. Un efficace sistema per il rilascio dei brevetti, tuttavia, dovrebbe garantire la pubblicazione di quei risultati che, altrimenti, rimarrebbero confidenziali. Lo studio ha rivelato che, in effetti, si verificano ritardi nelle pubblicazioni, sebbene con frequenza sempre minore, quanto più elevato è il grado di familiarità dell'utente con il sistema di rilascio dei brevetti. Fra gli utenti più esperti si verificano notevoli ritardi in meno del 20 per cento del totale dei casi (20 per cento per gli istituti accademici e 8 per cento per l'industria). "È ovvio che le aziende piccole e innovative, nonché i giovani ricercatori abbiano bisogno della protezione del brevetto europeo. Ciò vale in particolare per i settori in rapida evoluzione come quello delle biotecnologie, nei quali l'Europa ha una reale possibilità di diventare uno dei protagonisti della scena mondiale e creare occupazione. Nel suo piano strategico per le scienze biologiche, la Commissione afferma chiaramente che occorre creare una parità di condizioni nel campo della protezione dei brevetti per i paesi industrializzati", ha affermato il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin. "Quest'indagine sottolinea ancora una volta l'esistenza di una domanda di protezione mediante un brevetto economico, facilmente accessibile e valido in tutta l'UE. Pertanto, è essenziale che la nostra proposta di creazione del brevetto comunitario venga rapidamente approvata", ha aggiunto il commissario per il Mercato interno Frits Bolkestein. La relazione raccomanda alcuni sforzi volti alla definizione ed armonizzazione del concetto di "periodo di grazia" in tutta l'UE, ma avverte che il nuovo sistema di concessione dei brevetti potrà funzionare a livello globale solo se garantirà la certezza giuridica, una delle principali preoccupazioni per gli utilizzatori industriali del sistema di rilascio dei brevetti. Per facilitare l'utilizzo del suddetto sistema da parte degli accademici e delle PMI (piccole e medie imprese), il documento suggerisce l'introduzione, in tutti gli Stati membri, di un sistema provvisorio per la richiesta di brevetti, la fornitura di sostegno e consulenza agli accademici e alle PMI per un opportuno ricorso al sistema brevettuale e un utilizzo strategico dei diritti di proprietà intellettuale, nonché, in ultima istanza, la creazione di un sistema semplice ed economico in questo ambito, rappresentato dal brevetto comunitario. Le risposte dell'industria e degli organismi pubblici di ricerca hanno evidenziato divergenze in merito alle possibili soluzioni adottabili per evitare ritardi nelle pubblicazioni. Secondo le imprese (di qualsiasi dimensione), la concessione di un brevetto provvisorio rappresenta la soluzione più efficace, anche se le grandi aziende industriali hanno espresso un parere fortemente contrario all'introduzione di un periodo di grazia. Per gli accademici, al contrario, il periodo di grazia costituisce la misura più importante per evitare ritardi nelle pubblicazioni scientifiche, seguita dal sostegno e dalla consulenza per la compilazione della richiesta di brevetto. Dallo studio è emerso che quasi la metà dei ricercatori universitari intervistati (con nessuna esperienza per quanto riguarda il sistema di rilascio dei brevetti) prevede che questo sistema causi notevoli ritardi. Gli autori della relazione, pertanto, hanno raccomandato la messa in atto di azioni di sensibilizzazione e attività di sostegno per contrastare tali percezioni e aiutare i ricercatori a familiarizzare maggiormente con il sistema di concessione dei brevetti.

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