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Contenuto archiviato il 2023-01-01

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La Commissione esaminerà la brevettabilità delle sequenze di geni e delle cellule staminali umane

La Commissione europea ha annunciato la prossima realizzazione di uno studio sulla portata da attribuire ai brevetti concernenti le sequenze di geni isolati dal corpo umano, nonché la brevettabilità delle cellule staminali umane e delle linee cellulari da esse derivate. Nel s...

La Commissione europea ha annunciato la prossima realizzazione di uno studio sulla portata da attribuire ai brevetti concernenti le sequenze di geni isolati dal corpo umano, nonché la brevettabilità delle cellule staminali umane e delle linee cellulari da esse derivate. Nel suo primo studio annuale sulle implicazioni della direttiva del 1998 in merito alla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, la Commissione s'impegna a condurre tali indagini nel quadro della sua funzione di valutazione di qualsiasi problematica che emerga nello sviluppo della biotecnologia e dell'ingegneria genetica. L'obiettivo consiste nel trovare un equilibrio fra la difesa del principio di non patrimonialità del corpo umano e la promozione della ricerca in tali settori, la quale potrebbe condurre allo sviluppo di nuovi trattamenti e farmaci. All'interno della Commissione, si ritiene che la ricerca sulle biotecnologie e l'ingegneria genetica possa essere compromessa dall'eliminazione, per legge, dell'incentivo commerciale della concessione dei brevetti. Lo studio cercherà di determinare se occorre ampliare la portata dei brevetti relativi a determinate tecniche e applicazioni. I risultati delle inchieste della Commissione saranno pubblicati l'anno prossimo nella valutazione annuale della direttiva. L'indagine comprenderà dibattiti fra scienziati, avvocati e gestori dei brevetti, nonché l'istituzione di un gruppo di esperti. Nelle conclusioni della relazione si sottolinea, inoltre, l'urgente necessità di un recepimento integrale della direttiva nella legislazione nazionale di ciascuno Stato membro. A tutt'oggi, ciò è avvenuto solo in sei paesi dell'UE e la Commissione teme che il mancato recepimento della direttiva da parte dei restanti paesi possa "ostacolare notevolmente lo sviluppo delle biotecnologie in Europa".

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