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Translational research (training) in Polycystic Kidney Disease

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Progressi nella ricerca sulla malattia policistica renale

Il passaggio dei risultati della ricerca alla pratica clinica è fondamentale per la diagnosi e il trattamento della malattia. Su tale premessa, uno studio multidisciplinare europeo ha identificato biomarcatori e farmaci guida in relazione alla malattia policistica renale (PKD).

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La malattia policistica renale autosomica dominante (ADPKD) è una disfunzione renale ereditaria con una prevalenza superiore a 1:1 000. I pazienti sviluppano cisti renali e procedono lentamente fino allo stadio finale della nefropatia. L’attuale terapia tende a limitare la morbilità e la mortalità dovuta a tali complicazioni, ma mancano trattamenti mirati efficaci. Sono pertanto necessari approcci innovativi per chiarire i meccanismi della malattia e sviluppare interventi nuovi. Il progetto TRANCYST, finanziato dall’UE, ha predisposto un programma multidisciplinare per formare giovani scienziati in materia di ricerca e sviluppo di cure per l’ADPKD . Per indagare sui meccanismi della malattia, sono stati generati diversi modelli animali (topo, danio rerio) e cellulari. I risultati hanno evidenziato processi molecolari critici nella costituzione e nel mantenimento della polarità renale e dell’integrità cellulare. Gli esperimenti di profilazione e selezione di farmaci hanno identificato potenziali bersagli terapeutici. Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che l’ADPKD è associata con specifici difetti nel trasporto di vari soluti nel rene. Tale fenomeno si verifica già nelle fasi iniziali nella progressione della malattia e prima dello sviluppo di cisti di massa considerevole. Il pregiudizio al trasporto sembra associato ad alterazioni del ciglio primario, una struttura presente sulla superficie cellulare, che percepisce gli stimoli extracellulari. È stata dedicata un’attenzione particolare a due vie di trasduzione del segnale, vale a dire la polarità cellulare planare (PCP) e la via Hippo, poiché risultano deregolate nell’ADPKD. Inoltre, la proteina beta di fattore nucleare 1 dell’epatocita (HNF1b) regolava l’espressione di vari geni ADPKD e risultava indebolita nei pazienti attraverso mutazioni che avvenivano naturalmente. L’analisi dell’espressione genica del modello murino della malattia ha identificato una segnatura di espressione di PKD significativa, legata principalmente a processi di riparazione di lesioni. Specifici cluster di geni che si correlavano alla formazione di cisti e alla progressione della malattia hanno risposto a specifici trattamenti, costituendo importanti bersagli terapeutici. Inoltre, sono stati identificati vari composti con funzione di farmaci guida per il trattamento dell’ADPKD. Infine, gli scienziati hanno scoperto biomarcatori presenti in campioni di pazienti, sviluppando anche un esame prognostico urinario in grado di predire con precisione gli endpoint clinici rilevanti nell’ADPKD. Nel loro complesso, si prevede che i risultati tangibili dello studio TRANCYST miglioreranno la diagnosi precoce, il monitoraggio accurato e il trattamento dell’ADPKD.

Parole chiave

Malattia policistica renale, biomarcatore, TRANCYST, lesione/riparazione, HNF1b

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