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Contenuto archiviato il 2023-02-27

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Il comitato parlamentare appoggia i piani della Commissione per la futura politica di ricerca

Il 21 febbraio il comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo ha adottato una relazione sul futuro della politica di ricerca dell'UE che appoggia le grandi linee della comunicazione della Commissione 'La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa:...

Il 21 febbraio il comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo ha adottato una relazione sul futuro della politica di ricerca dell'UE che appoggia le grandi linee della comunicazione della Commissione 'La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa: Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione'. Il relatore Pia Elda Locatelli ha ricordato la necessità di aumentare il bilancio per la ricerca, ha sottolineato l'esigenza di continuità, e ha indicato il proposto CER (Consiglio europeo della ricerca) come 'cruciale per il successo dell'innovazione'. Sono stati proposti 225 emendamenti, pochi dei quali rimettevano però in discussioni la posizione generale di Locatelli. La relazione chiede che durata dei programmi quadro e prospettive finanziarie vengano sincronizzate, portando quindi la durata dei programmi a sette anni. Il nuovo sistema includerebbe un programma evolutivo, con una revisione intermedia che permetterebbe di riaggiustare gli obiettivi se e quando opportuno. Nell'adottare la relazione, il comitato ha chiesto agli Stati membri di garantire un significativo aumento del bilancio di ricerca dell'UE. Non sarà possibile creare un SER (Spazio europeo della ricerca) senza aumentare sensibilmente il bilancio, afferma la relazione, che sollecita quindi 'gli Stati membri e le istituzioni dell'UE a mostrare, nel dar vita al SER, la stessa determinazione manifestata nel perseguire l'obiettivo di un mercato unico e di un'unione monetaria'. Nella sua motivazione, Locatelli ricorda 'l'assurdità di tentare di pianificare un nuovo programma quadro ignorando completamente il bilancio disponibile', aggiungendo che il bilancio per la ricerca dovrebbe essere almeno raddoppiato e che 'gli Stati membri dovrebbero considerarlo un minimo da non mettere in discussione nei negoziati sulle prospettive finanziarie'. La relazione accoglie con favore la proposta di dar vita a un Consiglio europeo della ricerca, che, sottolinea, dovrebbe essere adeguatamente finanziato, indipendente, responsabile verso i finanziatori, ma autonomo nel suo funzionamento. Per quanto riguarda le risorse umane, la relazione chiede alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri di considerare prioritario l'accesso delle donne alle carriere scientifiche (e la conseguente ascesa professionale), e di trasformare la mobilità in un 'fenomeno di massa'. Per favorire il trasferimento tecnologico, gli europarlamentari hanno accettato un emendamento del collega olandese Lambert van Nistelrooij, secondo il quale una quota predeterminata e sostanziale dei fondi per la ricerca collaborativa del Settimo programma quadro (7PQ) dovrebbe venire accantonata per agevolare e sostenere la cooperazione tra PMI (Piccole e medie imprese) e istituzioni di ricerca. La relazione chiede anche di promuovere gl'incubatori per le start-up ad alta tecnologia. La Commissione non ha ancora presentato proposte sui campi scientifici che dovrebbero essere finanziati nell'ambito del 7PQ, ma gli europarlamentari hanno già cominciato a discutere questo punto. Locatelli aveva indicato come aree da finanziare spazio e sicurezza, scienze della vita, energia, e nanotecnologie, ma un compromesso ha poi ampliato la lista. Tra le scienze della vita vengono espressamente citate biotecnologie, neuroscienze, ricerca preventiva e sanità pubblica, mentre viene precisato che la ricerca nel settore energia include tutte le attuali e future fonti di energia che non emettono CO2. Alla lista sono poi state aggiunte le TIC (Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni), i nuovi materiali, i processi produttivi, e la chimica. Un emendamento del tedesco Peter Liese specifica inoltre che nell'assegnare i fondi per la ricerca la Commissione deve prestare la dovuta attenzione alla protezione degli animali, favorendo le alternative ai test animali e riducendo allo stretto necessario i test animali nei progetti finanziati'. La relazione, adottata con 41 voti favorevoli e 3 contrari, verrà adesso trasmessa alle istituzioni dell'UE e agli Stati membri. Una nuova relazione sarà preparata dopo che, a primavera, la Commissione avrà reso pubbliche le proposte per il 7PQ.

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