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Dati Envisat rivelano la nascita di un nuovo oceano

Secondo nuove ricerche condotte grazie al satellite Envisat dell'Agenzia spaziale europea, la recente apertura di una falla di circa 60 Km nella superficie terrestre dimostra la presenza di un rapido spostamento tettonico in corso e potrebbe causare il distaccamento dal resto ...

Secondo nuove ricerche condotte grazie al satellite Envisat dell'Agenzia spaziale europea, la recente apertura di una falla di circa 60 Km nella superficie terrestre dimostra la presenza di un rapido spostamento tettonico in corso e potrebbe causare il distaccamento dal resto dell'Africa di un'area compresa fra Etiopia ed Eritrea, in direzione del Mar Rosso. Nel settembre 2005, una serie di più di 100 terremoti di grande violenza e altra attività vulcanica nel triangolo di Afar hanno aperto una lunga e stretta spaccatura nella superficie terrestre, causata da un improvviso movimento tettonico a 5 km dalla superficie, legato all'allontanamento della placca araba da quella somala e nubiana. Il gruppo, formato da studiosi di Regno Unito, Stati Uniti ed Etiopia, ha esaminato il terreno di questa regione arida e remota utilizzando le informazioni del satellite Envisat dell'Agenzia spaziale europea elaborate in base ai dati fornita dalle tecniche di interferometria radar ad apertura sintetica (InSAR). Il satellite scatta "foto" radar molto dettagliate della superficie terrestre. Se un ricercatore deve esaminare eventuali spostamenti della superficie terrestre, vengono scattate altre fotografie raffrontandole con quelle iniziali ed evidenziando le differenze. Le aree per le quali si hanno foto identiche non danno alcuna lettura, ma è possibile rilevare variazioni dell'ordine di millimetri. I risultati sono stati convincenti. Il magma, roccia vulcanica allo stato liquido, si è raccolto in aree situate tra 2 e 9 km al di sotto della depressione di Afar, ma anziché risalire in superficie, dove sarebbe potuto fuoriuscire dai vulcani Gabho o Dabbahu, si è spostato in direzione nord-sud, creando un dicco sotterraneo di circa 60 km di lunghezza. Tale dicco di lava consolidata ha causato un cedimento nelle tensioni in atto tra le placche tettoniche. La tecnologia Envisat è stata fondamentale nella scoperta delle cause nascoste dell'evento. La prof. ssa Cindy Ebinger dell'Università londinese Royal Holloway fa parte del gruppo di ricerca: "È incredibile. È il primo grande evento di questo tipo che abbiamo visto in una zona di rift dall'avvento di alcune tecniche aerospaziali che attualmente utilizziamo e che garantiscono risoluzione e precisione tali da poter vedere cosa effettivamente accade e come la terra elabori quest'attività". Gezahegn Yirgu, geologo dell'Università di Addis Abeba che ha collaborato allo studio, dice: "L'eruzione esplosiva e i 18 giorni di terremoti pressoché ininterrotti hanno dato alle autorità pubbliche una chiara immagine di possibili e pericolose calamità naturali per spiegare le quali agli scienziati sarebbero necessari gli sforzi di tutta una vita. Il capo del gruppo di studiosi, il prof. Tim Wright dell'Università di Leeds, ritiene che il processo rilevato nel triangolo Afar subirà molto probabilmente un'accentuazione e che il mare potrebbe infine inondare la zona, collegando il rift al Mar Rosso, ma che ciò non accadrà nel corso della sua vita. "Non sappiamo se alla fine in questa zona si formerà un oceano, ma ci sono buone probabilità che ciò avvenga. Potrebbe trascorrere un milione di anni prima che venga costruito un porto", ha spiegato. "È la prima volta che abbiamo la possibilità di osservare questo tipo di processo direttamente. È chiaro che il movimento ascensionale delle rocce fuse all'interno della placca facilita la spaccatura tra l'Africa e la penisola araba. Ora abbiamo l'opportunità unica e tempisticamente perfetta di conoscere le proprietà fisiche della terra, i movimenti del magma attraverso la crosta e il mantello terrestri e la crescita della crosta in corrispondenza di margini di zolla divergenti", spiega il prof. Wright.

Paesi

Etiopia, Regno Unito, Stati Uniti

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