Skip to main content
European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS
CORDIS Web 30th anniversary CORDIS Web 30th anniversary

Article Category

Contenuto archiviato il 2023-03-02

Article available in the following languages:

Un laboratorio tedesco mapperà il genoma di Neandertal

Un'équipe di ricercatori tedeschi e statunitensi ha presentato un progetto che, entro due anni, consentirà di decifrare il codice genetico del nostro parente più prossimo, l'uomo di Neandertal. Se lo studio avrà esito positivo, potrebbe fare luce sulla storia evolutiva dell'uo...

Un'équipe di ricercatori tedeschi e statunitensi ha presentato un progetto che, entro due anni, consentirà di decifrare il codice genetico del nostro parente più prossimo, l'uomo di Neandertal. Se lo studio avrà esito positivo, potrebbe fare luce sulla storia evolutiva dell'uomo. L'uomo di Neandertal (Homo neanderthalensis), una specie di Homo genus, abitava l'Europa e parte dell'Asia occidentale già 350.000 anni fa. È scomparso dall'Europa 50.000 anni fa e dall'Asia 30.000 anni fa. I primi fossili neandertaliani sono stati scoperti 150 anni fa nella valle del Neander, non lontano da Düsseldorf (Germania). Da allora paleontologi e antropologi cercano di comprendere il ruolo di questi corpulenti antenati nell'evoluzione dell'uomo moderno. Benché giudicati relativamente sofisticati, i Neandertal erano ritenuti privi delle facoltà di ragionamento superiore dell'uomo attuale. Non è ancora chiaro in che modo l'uomo moderno si sia evoluto da tale specie, assumendo caratteristiche quali la deambulazione eretta e lo sviluppo di un linguaggio complesso. Per rispondere a tali interrogativi, gli scienziati dell'Istituto di antropologia evolutiva Max Planck (Germania), in collaborazione con la società statunitense 454 Life Sciences Corporation, determineranno la sequenza dei tre miliardi di coppie che costituiscono il genoma di Neandertal, per poi confrontarla con i genomi già sequenziati di uomini e scimpanzé. Tuttavia estrarre e sequenziare un DNA datato non è un'impresa facile come sembra, in quanto i fossili utilizzati sono generalmente contaminati da materiale genetico di batteri e di persone che li hanno manipolati. Il professor Svante Pääbo dell'Istituto Max Planck, che guiderà la ricerca, ha compiuto vari progressi in questo settore. Negli ultimi vent'anni ha sviluppato metodologie per dimostrare l'autenticità dei risultati relativi a vecchi esemplari di DNA, nonché soluzioni tecniche ai problemi che comportano frammenti di DNA corti e chimicamente modificati. Nel 1997 è stato il primo a sequenziare da un fossile neandertaliano il DNA mitocondriale (mtDNA), ossia un piccolo anello di DNA presente nei mitocondri (i produttori di energia nelle cellule). Poiché ogni mitocondrio contiene molteplici copie di mtDNA, quest'ultimo tende a permanere nei fossili; è quindi possibile estrarne dei frammenti tramite una tecnica denominata reazione a catena della polimerasi (PCR). Benché lo studio abbia rivelato preziose informazioni sulla storia evolutiva delle specie, esso ha interessato solamente lo 0,001 per cento dell'intero genoma e materiale proveniente esclusivamente dalla linea femminile. La conoscenza delle differenze tra l'uomo di Neandertal e l'uomo moderno è quindi rimasta limitata. I ricercatori utilizzeranno un nuovo sistema che permetterà di superare il metodo del DNA mitocondriale, amplificando individualmente un quarto di milioni di singoli filamenti di DNA tramite PCR da piccoli frammenti di ossa e individuandone la sequenza in meno di quattro ore. Nei prossimi due anni l'équipe di ricerca della sequenza neandertaliana individuerà circa 60 miliardi di basi provenienti da fossili di Neandertal, per poi ricostruire uno schema dei tre miliardi di basi che costituiscono il genoma dell'uomo di Neandertal. Saranno utilizzati campioni di vari uomini di Neandertal, tra cui quello trovato nel 1856 nella valle del Neander ed un esemplare rinvenuto in Croazia, particolarmente ben conservato.

Paesi

Germania

Articoli correlati