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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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Relazione invita a elaborare una legislazione sull'agenda di Lisbona

Una relazione dello Stockholm Network, un gruppo di esperti europeo, ha raccomandato l'approvazione di una legislazione comunitaria specifica per monitorare i progressi dell'agenda di Lisbona e fornire obiettivi e tempistiche più misurabili. Chiede inoltre che lo Spazio europe...

Una relazione dello Stockholm Network, un gruppo di esperti europeo, ha raccomandato l'approvazione di una legislazione comunitaria specifica per monitorare i progressi dell'agenda di Lisbona e fornire obiettivi e tempistiche più misurabili. Chiede inoltre che lo Spazio europeo della ricerca (SER) occupi una posizione prioritaria nell'agenda politica e che il sistema dei brevetti europei venga armonizzato. La relazione fornisce una panoramica delle politiche e pratiche comunitarie nel campo dell'innovazione, della ricerca, della proprietà intellettuale e della concorrenza. Si tratta di aree ritenute fondamentali per conseguire l'obiettivo strategico dell'agenda di Lisbona, che consiste nel diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo entro il 2010. Pur riconoscendo che l'obiettivo del 2010 costituisce un'ambizione lodevole, gli autori del testo indicano che l'UE potrebbe aver fatto il passo più lungo della gamba. Sostengono che gli obiettivi di creare una società dell'informazione per tutti, un SER e un ambiente favorevole per l'avviamento di imprese innovative devono essere ancora garantiti. Per conseguire progressi in tal senso, la relazione raccomanda di introdurre una specifica «direttiva su Lisbona» che «accelererebbe i cambiamenti principali essenziali per l'attuazione dell'agenda di Lisbona». La normativa dovrebbe tentare di ridurre la portata del testo originario, concentrandosi su aree di importanza strategica che hanno una possibilità realistica di essere accettate politicamente dagli Stati membri. Tra queste figurerebbero tematiche quali la proprietà intellettuale, la cooperazione pubblico-privato, l'utilizzo della ricerca finanziata con fondi pubblici e il sostegno alle piccole e medie imprese (PMI). La legislazione proposta dovrebbe ambire a fornire obiettivi a breve e medio termine realistici e scadenze concrete che non superino i tre anni. «Benché l'agenda di Lisbona non sia stata elaborata per migliorare i risultati dell'UE nell'arco di un decennio, vi è la necessità urgente di definire più accuratamente i tempi di attuazione di ciascun obiettivo. In tal modo le dichiarazioni scritte possono essere tradotte in impegni concreti», scrivono gli autori della relazione. Il documento formula inoltre raccomandazioni su alcuni obiettivi strategici dell'agenda. Per quanto riguarda il SER, chiede nuovamente il sostegno politico per aumentare il livello degli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S). Pur accogliendo con favore il sostegno maggiore offerto nell'ambito del Settimo programma quadro (7PQ), gli autori ritengono che «quando arriva il momento critico, le risorse sono sempre stanziate in maniera sproporzionata a favore di altre aree che probabilmente sono meno preziose per i cittadini dell'UE in termini di contributo all'economia e alla società». L'unico modo di realizzare l'obiettivo di Barcellona di aumentare gli investimenti nella ricerca portandoli al 3% del PIL entro il 2010, si legge nel documento, consiste nell'«affiancare la questione della R&S ad altre tematiche politiche quali la politica agricola comune. è importante assicurarsi che i responsabili delle decisioni e i politici comunitari si assumano la responsabilità della loro scelta attuale di sottoinvestire nel SER». Per quanto concerne la commercializzazione dei risultati della ricerca, la relazione rileva differenze sostanziali tra gli Stati membri in termini di strumenti giuridici, meccanismi strutturali e percezioni culturali. Raccomanda l'introduzione di una nuova normativa paneuropea che cerchi di creare condizioni di parità tra gli Stati membri, nonché di dare vita a un ambiente più favorevole allo sfruttamento della conoscenza e alle attività di trasferimento della tecnologia. Al fine di aumentare la collaborazione pubblico-privata nel SER, la relazione accoglie con favore la creazione delle piattaforme tecnologiche europee, ma chiede ai responsabili politici di utilizzare i meccanismi disponibili per una cooperazione più stretta ai sensi dell'articolo 171 del trattato CE. Sulla questione dell'armonizzazione del sistema dei brevetti comunitari, un altro obiettivo strategico dell'agenda di Lisbona, la relazione rinnova l'invito all'adozione e attuazione unilaterale del protocollo di Londra e dell'accordo sulla composizione delle controversie in materia di brevetti europei (EPLA), che fornirebbero gli strumenti giuridici necessari a migliorare il sistema comunitario fino al raggiungimento di un'intesa su un brevetto comunitario. Tra le altre raccomandazioni sul sistema dei brevetti figurano la riduzione della burocrazia, la creazione di corsie preferenziali per le domande delle PMI, delle disposizioni in materia di costi e lo sviluppo ulteriore dell'idea di assicurazione sui brevetti quale sistema di protezione dei diritti delle PMI.