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Svalbard, un «laboratorio naturale» sul tetto del mondo

Situate a metà strada tra l'estremità settentrionale dell'Europa e il Polo Nord, le Isole Svalbard offrono interessanti opportunità agli scienziati di varie discipline, tra cui ricercatori di climatologia, glaciologi e studiosi della biodiversità, delle correnti oceaniche e de...

Situate a metà strada tra l'estremità settentrionale dell'Europa e il Polo Nord, le Isole Svalbard offrono interessanti opportunità agli scienziati di varie discipline, tra cui ricercatori di climatologia, glaciologi e studiosi della biodiversità, delle correnti oceaniche e del campo magnetico della Terra. «Per oltre due secoli, infatti, le Svalbard sono state un centro fondamentale per la ricerca polare, ma recenti sviluppi hanno reso questa piattaforma di ricerca nell'Artide più interessante che mai dal punto di vista degli sforzi di ricerca internazionali», ha dichiarato Jens Revold, segretario di Stato presso il ministero norvegese dell'Educazione e della ricerca in occasione di un evento organizzato dalla missione norvegese presso l'UE per promuovere le Svalbard quale sede di ricerca. Uno dei temi principali studiati alle Svalbard è naturalmente il cambiamento climatico; il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) ha definito il territorio artico come una zona particolarmente vulnerabile al cambiamento climatico, dove le conseguenze del riscaldamento globale sono già visibili. Le temperature sono infatti in aumento e negli ultimi due anni non è stata rilevata la presenza di ghiacci nell'Ice Fjord. Sono molti i ricercatori già impegnati nello studio di tali cambiamenti e del loro impatto sulla fauna locale. L'arcipelago è inoltre colpito dall'inquinamento, in quanto i venti fanno risalire verso l'Artide agenti inquinanti da latitudini inferiori; talvolta il problema è così grave che le isole vengono avvolte da una nube scura. Alla luce del fatto che circa la metà di tali sostanze proviene dall'Europa, Kim Holmén dell'Istituto polare norvegese ha affermato che l'Europa è tenuta in modo particolare a contribuire al miglioramento della comprensione dell'ambiente nell'Artide. Essendo situate vicino al Polo Nord, le Svalbard sono inoltre una postazione ideale dalla quale esaminare il campo magnetico della Terra e fenomeni solari quali l'aurora boreale. Un punto di forza ai fini della promozione dell'arcipelago è la sua accessibilità: nessun'altra zona dell'Alto Artide è così facile da raggiungere. Nelle isole dell'arcipelago sono attive quattro basi di ricerca, tra cui quella polacca di Horhsund, a sud, e quella norvegese di Ny-Ålesund, nella zona settentrionale, che costituisce l'insediamento permanente più a nord del mondo. Tra le due basi si trovano la stazione di ricerca norvegese di Longyearbyen, la capitale, e la base russa di Barentsburg. Nelle quattro basi gli scienziati possono usufruire di strutture di ricerca di alto livello e di una serie di moderni impianti. Il governo norvegese e i suoi partner internazionali hanno effettuato ingenti investimenti nelle infrastrutture di ricerca sulle isole, attirando numerosi studiosi che hanno creato una fiorente comunità scientifica internazionale. Un altro elemento a favore delle Svalbard è il paesaggio mozzafiato: più di un partecipante alla manifestazione ha dichiarato di averci «lasciato il cuore». Da molti anni la Norvegia partecipa attivamente ai programmi quadro di ricerca dell'UE, e non esita a sottolineare il fatto che, malgrado la posizione remota, le Svalbard sono una componente fondamentale dello Spazio europeo della ricerca. Molti progetti finanziati dall'UE si svolgono nella regione e tra i 166 progetti che beneficiano del sostegno dell'Anno polare internazionale, oltre 30 comportano attività nell'arcipelago o nelle aree limitrofe. Il governo norvegese intende consolidare la fama delle Svalbard quale sede di ricerca a livello internazionale presentando al forum strategico europeo per le infrastrutture di ricerca (ESFRI) una proposta finalizzata a sviluppare il ruolo di piattaforma di ricerca internazionale delle isole. Lo «Svalbard Integrated Arctic Earth Observing System» (SIAEOS) contribuirà a garantire efficacemente il coordinamento e l'organizzazione delle attività di ricerca alle Svalbard, affrontando i problemi e le lacune esistenti. Coordinare la ricerca alle Svalbard evitando nel contempo di duplicare gli studi non è un compito facile. «Si racconta, probabilmente esagerando, che alcuni uccelli abbiano così tanti anelli di riconoscimento da sembrare appena usciti da una gioielleria», ha osservato Revold. Quartier generale dell'iniziativa è il Knowledge Centre di Longyearbyen, dove i dati dei progetti condotti nell'arcipelago saranno valutati e registrati per poi essere impiegati, ad esempio, in programmi di modellizzazione e attività ad ampio raggio. SIAEOS coordinerà le proprie attività con altri sistemi di osservazione delle Terra e sforzi di modellizzazione, inserendo i risultati in una «Arctic Observation Network» più vasta. «Riteniamo che il potenziale delle Svalbard in termini di ricerca non sia ancora completamente sviluppato, e che esso potrebbe rivestire un notevole interesse per la comunità di ricerca europea», ha affermato Revold. «Crediamo che le Svalbard rappresenteranno un valore aggiunto per l'infrastruttura europea e ospiteranno attività di ricerca d'eccellenza di importanza globale.»

Paesi

Norvegia

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