European Commission logo
italiano italiano
CORDIS - Risultati della ricerca dell’UE
CORDIS

Article Category

Notizie
Contenuto archiviato il 2023-03-09

Article available in the following languages:

Scienziati creano mappa dei coralli e dei loro fattori di stress

Un team internazionale di scienziati è riuscito a creare una mappa dei coralli del pianeta e dei loro fattori di stress. Presentate nella rivista PLoS ONE, le scoperte di questo studio contribuiranno agli sforzi scientifici mirati a conservare alcune delle barriere coralline p...

Un team internazionale di scienziati è riuscito a creare una mappa dei coralli del pianeta e dei loro fattori di stress. Presentate nella rivista PLoS ONE, le scoperte di questo studio contribuiranno agli sforzi scientifici mirati a conservare alcune delle barriere coralline più importanti per la sostenibilità ambientale della Terra. Il team afferma che questo sarà ottenuto principalmente identificando i sistemi delle barriere in cui la biodiversità è elevata e lo stress è basso, oltre a trovare gli ecosistemi dove la gestione ha le migliori possibilità di successo. Esperti provenienti dal CoRIS (Coral Reef Information System) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) negli Stati Uniti affermano che molti abitanti dei coralli stanno perdendo terreno, con circa il 10% di tutte le barriere coralline troppo degradate per poter essere recuperate. Anche le previsioni della Coral Reef Task Force negli Stati Uniti mostrano che il 30% si trova in condizioni critiche e potrebbero morire entro il 2030. Il mancato controllo dei fattori di stress che colpiscono queste vivaci strutture sottomarine porterà alla morte del 60% delle barriere coralline del mondo entro il 2050. In questo recente studio, i ricercatori hanno identificato i seguenti fattori chiave di stress che la gestione degli ecosistemi non è in grado di controllare: radiazione ultravioletta, temperatura di superficie e calme equatoriali. Essi fanno notare che la riduzione degli influssi umani che rafforzano lo stress da radiazione può essere controllata. Un altro fattore controllabile è la localizzazione delle aree protette che sono scelte da chi le gestisce. La mappa descrive a grandi linee la radiazione ultravioletta, le temperature elevate, i sistemi atmosferici e la sedimentazione, oltre a fattori di riduzione dello stress come la dinamica delle maree e la variabilità della temperatura. "Le barriere coralline in giro per il mondo sono messe sotto pressione da una varietà di fattori come le temperature elevate, la sedimentazione e le attività legate all'uomo come la pesca e lo sviluppo costiero," spiega l'autore principale Joseph M. Maina, uno studente del corso di dottorato presso la Macquarie University in Australia e membro della Wildlife Conservation Society (WCS) con sede negli Stati Uniti. "La chiave per identificare in modo efficace dove gli sforzi di conservazione hanno maggiori possibilità di avere successo è quella di trovare le barriere in cui convergono un'elevata biodiversità e un basso stress." Gli scienziati per portare a termine il loro studio hanno utilizzato set di dati disponibili al pubblico provenienti dai satelliti e dalla branca della matematica che gli esperti chiamano "logica sfumata". La logica sfumata ha la capacità di occuparsi di dati incompleti sulla fisiologia dei coralli e sulle interazioni tra coralli e ambiente. Essi hanno diviso i sistemi delle barriere coralline tropicali del pianeta in gruppi in base alla somma dei loro livelli di esposizione allo stress, oltre che in termini dei fattori che aumentano o diminuiscono questi stress. Il team afferma che lo stress da elevate radiazioni, che comprende modelli atmosferici come le calme equatoriali con poco vento e pochi fattori che riducono lo stress, come la variabilità della temperatura e l'ampiezza delle maree, caratterizza il primo gruppo di regioni coralline: Sud-est asiatico, Micronesia, il Pacifico orientale e l'Oceano Indiano centrale. Essi aggiungono che anche i coralli nelle acque costiere del Medio Oriente e dell'Australia occidentale sono comprese nel gruppo, poiché entrambe le regioni raggiungono punteggi alti nel rafforzamento di un certo numero di fattori di stress come il fitoplancton e la sedimentazione. Il gruppo numero 2 include regioni con livelli da moderati ad alti di esposizione, oltre ad alti livelli di fattori che riducono lo stress tra cui la variabilità della temperatura e grandi ampiezze di marea. Questo gruppo comprende la Grande barriera corallina, il Pacifico centrale, la Polinesia, l'Oceano Indiano occidentale e i Caraibi. Commentando questa ricerca il dott. Tim McClanahan, ambientalista anziano alla WCS e capo del programma di ricerca e conservazione sulla barriera corallina della società, afferma: "Quando lo stress da radiazione e la pesca intensa si combinano, le barriere hanno scarse possibilità di sopravvivere a disturbi causati da cambiamenti climatici, poiché questi due fattori agiscono entrambi contro la sopravvivenza dei coralli che sono le fondamenta dell'ecosistema della barriera corallina." Queste scoperte possono essere usate dagli esperti per creare strategie di gestione che comprendano attività come restrizioni sulla pesca, rimboschimento del bacino idrografico costiero che contribuisce a sistemi corallini sani e la gestione dei bacini mediante migliori pratiche agricole. "Lo studio fornisce ai gestori di parchi marini ed ecosistemi un piano per gestire spazialmente l'efficacia di conservazione e sostenibilità," dice il dott. Dr Caleb McClennen, direttore del programma marino del WCS. "Queste informazioni aiuteranno a elaborare strategie più efficaci per proteggere i coralli dai cambiamenti climatici e porteranno a una migliore gestione dei sistemi delle barriere a livello globale." A questo studio hanno contribuito esperti provenienti da Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti.Per maggiori informazioni, visitare: Macquarie University: http://www.mq.edu.au/ Wildlife Conservation Society: http://www.wcs.org/ PLoS ONE: http://www.plosone.org/

Paesi

Stati Uniti

Articoli correlati