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Innovation and consolidation for large scale digitisation of natural heritage

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L’analisi dei megadati delle collezioni di storia naturale fa luce sulla distribuzione delle specie

I musei e le istituzioni scientifiche europee custodiscono vaste collezioni di reperti naturali, la cui digitalizzazione rappresenterebbe una vera e propria manna per la ricerca. Un progetto dell’UE sta contribuendo a guidare il processo attraverso l’innovazione tecnologica.

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Se avete mai avuto il piacere di curiosare tra le collezioni di storia naturale, allora conoscerete il piacere di imbattervi in scoperte inaspettate. Le collezioni di storia naturale dell’Europa sono però inaccessibili a molti e il modo in cui sono sparpagliate è un ostacolo alla ricerca. Per contribuire a coinvolgere chi non può raggiungere i musei europei, o chi cerca di creare un collegamento tra oggetti dislocati in più luoghi, mettere online le collezioni e renderle accessibili via Internet è un obiettivo importante. Quelle europee rappresentano il 55 % delle collezioni mondiali di scienze naturali, con un totale stimato di 1,5 miliardi di oggetti che rappresentano circa l’80 % della biodiversità e della geodiversità del mondo. Solo il 10 % circa di questi reperti è anche parzialmente digitalizzato, con foto e altre informazioni ampiamente disponibili. La digitalizzazione delle collezioni è importante sia per consentire l’accesso virtuale ai reperti stessi, sia per diffondere i dati ad essi collegati, in particolare il luogo e la data in cui sono stati ritrovati. L’emergente infrastruttura di ricerca DiSSCo, Distributed System of Scientific Collections mira a digitalizzare e riunire le centinaia di diverse raccolte fisiche distribuite in Europa. Alla fine, queste collezioni digitali permetteranno ai ricercatori di integrare le serie di dati e di trovare nuove vie di ricerca collegando campi eterogenei. Questa analisi potrebbe fornire nuovi spunti per individuare, ad esempio, i parenti selvatici delle colture che si sono adattate a climi più caldi, per capire la diffusione di vettori di malattie e per spiegare la conservazione delle specie di fronte al cambiamento climatico. Si tratta tuttavia di un’impresa enorme, tenuto conto della sua portata e della sua complessità. Le sfide da affrontare sono molteplici, tra cui i problemi di efficienza con le attuali tecnologie di immaginografia, la frammentazione della proprietà delle collezioni, la necessità di migliorare le competenze tecniche del personale addetto alla raccolta e l’insufficienza degli standard informatici in tutta Europa. Il progetto ICEDIG, finanziato dall’UE, ha compiuto progressi su tutti gli aspetti tecnici, finanziari, politici e di governance che sono cruciali per lo sviluppo e il funzionamento dell’infrastruttura DiSSCo. «Questi includono prototipi, progetti, nuovi flussi di lavoro, nuovi partenariati industriali e modelli di coinvolgimento dei cittadini», spiega Leif Schulman, direttore di Luomus, il museo finlandese di storia naturale. «L’obiettivo del progetto era quello di produrre rapporti di progettazione concettuale e tecnica per consentire la costruzione dell’infrastruttura DiSSCo. L’innovazione tecnologica, così come il miglioramento delle capacità tecniche, culturali e organizzative, sono necessari per accelerare il ritmo della digitalizzazione», aggiunge Schulman, coordinatore del progetto ICEDIG.

Più dati, più comprensione

«Combinando i milioni di datapoint che indicano dove e quando una specie è stata raccolta con i dati ambientali, possiamo modellare sia le aree di distribuzione passate che quelle future. Questi “megadati” ci danno un’idea di interazioni che non potremmo decifrare altrimenti», osserva Schulman. Il progetto di digitalizzazione, che non si rivolge solo agli scienziati, potrebbe aiutare una vasta gamma di persone, da chi ama girare per i musei ai bambini che lavorano ai progetti. La maggior parte degli utenti arriverà probabilmente dal grande pubblico, che potrà scorrere e ammirare un’affascinante serie di immagini di reperti. «Un’infrastruttura di dati progettata in modo intelligente è utile a tutti i gruppi di utenti sulla base degli stessi investimenti di risorse», afferma Schulman. Tuttavia, l’impatto più trasformativo si avrà nella scienza, perché la collezione digitale permetterà di svolgere ricerche che altrimenti non sarebbero possibili. «Nuove intuizioni scientifiche sosterranno poi con forza lo sviluppo di politiche sostenibili», continua Schulman.

Verso l’infrastruttura DiSSCo

Il passo successivo è quello di applicare i risultati del progetto ICEDIG alla preparazione e alla costruzione dell’infrastruttura DiSSCo. Il progetto DiSSCo Prepare è già in corso. I risultati del progetto sono stati riassunti dall’ICEDIG in una relazione disponibile al pubblico, «Conceptual design blueprint for the DiSSCo digitalisation infrastructure - DELIVERABLE D8.1», che fungerà da linea guida principale per far avanzare l’infrastruttura DiSSCo.

Parole chiave

ICEDIG, naturale, collezioni, digitalizzare, Europa, intuizioni, dati

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